Era stata condannata in un processo farsa a tre anni di prigione come “terrorista”. La sua reale colpa era quella di essere una legale che si batteva per i diritti umani in un paese della NATO dove sono sistematicamente violati.È morta dopo 238 giorni di sciopero della fame. Non è la prima tra i detenuti politici a morire nelle carceri di Erdogan che da anni colpisce con la repressione ogni opposizione di sinistra, il popolo curdo e gli attivisti per i diritti umani.
Le galere sono piene di giornalisti, avvocati, intellettuali, giornalisti, artisti. Sotto attacco ogni voce critica e persino i parlamentari del partito di sinistra curdo HDP. Il regime nazionalista e islamista di Erdogan ha sempre più inasprito il suo profilo fascista e un ruolo aggressivo sul piano internazionale. Dopo aver sostenuto i tagliagole islamisti in Siria ha direttamente invaso il nord del paese per colpire il Rojava curdo.
Solidarietà ai democratici turchi e al popolo curdo.
Libertà per tutti i prigionieri politici!
Partito della Rifondazione Comunista