Se contiamo i sindaci eletti – o da eleggere al prossimo turno di ballottaggio – ovvio che il giudizio sia quello raccontato – e auspicato – da Repubblica e Corriere: il ritorno del bipolarismo centrosinistra-centrodestra, con quest’ultimo in lieve vantaggio. Calabresi non vede l’ora di schierare le sue truppe contro un morente Berlusconi a sostegno di un renzi altrettanto agonizzante.
Peccato che i voti raccontino una realtà un po’ diversa. Intanto ci sono pochi voti da contare e questo già da solo è il dato più inquietante di questo turno di amministrative.
L’altro dato è che il Movimento Cinque stelle è ormai il primo partito italiano. Date un’occhiata ai voti di lista e lo vedrete, se lo volete vedere. Il M5s è l’unico partito che si è presentato sempre e comunque da solo con il proprio simbolo – da nord a sud – e in questo modo è riuscito a raccogliere una percentuale di voti non eccessiva, ma comunque superiore a quella degli altri.
Questo non è bastato a vincere, perché quasi ovunque i partiti maggiori del bipolarismo italiano si sono presentati camuffati o alleati con liste civiche. A Parma per esempio il candidato del centrosinistra è arrivato al ballottaggio nonostante i voti del pd, che sono assai poco significativi, e i casi simili sono molti e diffusi nel paese, ancora da nord a sud. In alcun realtà, per mettere insieme un risicato 30% il candidato sindaco ha dovuto mettere anche cinque o sei liste, di amici, amici degli amici, piccoli camarille locali. In un voto locale questo è per alcuni aspetti anche fisiologico, ma qui siamo alla patologia: il sistema è in mano a questi signorotti che controllano ciascuno una manciata di voti, che rischiano di essere determinanti. E tenete conto che questa situazione è cresciuta con il maggioritario che teoricamente avrebbe dovuto portare alla nascita di due soli partiti.
Il voto ci consegna un paese dalla struttura politica debolissima, neppure tripolare, ma assolutamente frammentata, dove uno con il 20% rischia seriamente di essere il primo partito italiano. Ci sarebbe uno spazio enorme per una forza di sinistra, ma evidentemente non ci sono le teste.

 

se avete tempo e voglia, qui trovate quello che scrivo…

Di Luca Billi

Luca Billi, nato nel 1970 e felicemente sposato con Zaira. Dipendente pubblico orgoglioso di esserlo. Di sinistra da sempre (e per sempre), una vita fa è stato anche funzionario di partito. Comunista, perché questa parola ha ancora un senso. Emiliano (tra Granarolo e Salsomaggiore) e quindi "strano, chiuso, anarchico, verdiano", brutta razza insomma. Con una passione per la filosofia e la cultura della Grecia classica. Inguaribilmente pessimista. Da qualche tempo tiene il blog "i pensieri di Protagora" e si è imbarcato nell'avventura di scrivere un dizionario...

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