Francesco Cecchini
Nel luglio 2016, un tribunale condannò per il massacro di Curuguaty, avvenuto il 15 giugno 2012, 11 campesinos con pene che vanno dai quattro ai 30 anni di carcere. Quel giorno, più di 300 agenti di polizia sfrattarono da Marina Kué, con la violenza, circa 70 campesinos che avevano occupato quella terra per farla inserire nella riforma agraria. Nello scontro morirono 11 campesinos e 6 poliziotti.
La prima versione parlò di un agguato da parte degli occupanti alle forze di polizia. Sulla base di queste informazioni, i parlamentari dei principali partiti politici, Partido Colorado e Partido Liberal Radical Auténtico, organizzarono un colpo di stato parlamentare che rovesciò, il 22 giugno 2012, l’allora presidente Fernando Lugo. Da allora sono emersi molti fatti e dati che hanno smentito la versione ufficiale. Si venne a sapere che lo status giuridico del terreno era irregolare perché Maina Kué era stata donata allo Stato da parte della società L’Industrial Paraguaya, ma la famiglia Riquelme aveva cercato di impossessarsi dell’usucapione. L’ingiunzione contro gli occupanti non era nemmeno sfratto, ma mandato di perquisizione. E per quanto riguarda il presunto agguato sono emerse prove che lo smentivano. Il Tribunale approvò l’accusa, anche se contradetta dalle prove, e condannò i campesinos. La sentenza di condanna fu confermata dalla Corte d’Appello e ora rimane la Corte Suprema, Sala Penal de la Corte Suprema de Justicia, come ultima possibilità di ottenere un trattamento giuridico equo. Dopo cinque anni, anche il problema sociale che ha causato il conflitto non ha trovato una soluzione definitiva. La giustizia non ha ancora determinato chi effettivamente possiede i 1.748 ettari di Marina Cué.
In occasione del quinto anniversario della strage di Curuguaty, il 15 giugno 2016ì7, il Congreso Democràtico del Pueblo (CDP), ha organizzato ad Asunción varie iniziative. Tra le quali una veglia dei parenti delle vittime e dei campesinos condannati ingiustamente, una manifestazione ai semafori dell’ incrocio delle vie Brasile e Luis Alberto de Herrera, con manifesti, striscioni e volantini, una visita con canzoni e musica ai campesinos detenuti nella prigione di Tacumbú, sempre parenti dei prigionieri simbolicamente si sono incatenati davanti al Palazzo di Giustizia, un dibattito sul massacro di Curuguaty nell’aula magna dell’Università Cattolica di Asuncion (UCA) e molte altro. Luis Flecha, portavoce del CDP e membro del Partido Paraguay Pyahura(PPP), ha affermato che lo scopo delle manifestazioni è stato quello che il ricordo dei morti non muoia e ha enfatizzato che la problematica della lotta per la terra non riguarda solamente i campesinos, ma lo sviluppo economico e sociale del Paraguay. Curuguaty non è un caso isolato, la lotta per la terra ha segnato la storia del popolo paraguaiano dall’inizio della colonizzazione spagnola ai giorni nostri ed costata il prezzo di centinaia di campesinos assassinati.
I link con due video che smontano il caso Curuguaty sono i seguenti:
https://www.youtube.com/watch?v=IER5qPlFLng
https://www.youtube.com/watch?v=9tSNrgrkIHU