di PierGiorgio Gawronski.
C’è polemica fra Monti e Renzi su chi abbia fatto aumentare la povertà assoluta in Italia fino a quasi cinque milioni di persone. Il Fatto quotidiano dà spazio a Monti e critica Renzi: “Al governo c’era lui, ma la colpa è di chi c’era prima. Un’analisi sciorinata con una certa dose di faciloneria a uso dei social network, visto che quelli in questione sono fenomeni causati da una molteplicità di fattori che agiscono sul lungo periodo, la cui corretta interpretazione dovrebbe essere frutto un’osservazione altrettanto estesa nel tempo e che richiederebbero un’analisi più approfondita da parte del leader di quello che resta uno dei maggiori partiti del Paese”.
Se si tratta di fenomeni di lungo periodo, avrebbe ragione Renzi ad attribuire al passato la responsabilità dei trend odierni. Ma partiamo da fatti e dati affinché il lettore, innanzitutto, possa farsi una sua opinione.
Un individuo è “assolutamente povero” se al mese spende cifre inferiori a quelle incluse tra i 550 euro (se vive in un paesino del sud) e i 820 euro (se vive a Milano), e non può permettersi un paniere minimo di beni. Per contestualizzare: nel 1861 il reddito medio pro capite era pari a circa 190 (attuali) euro al mese. I poveri del 2017 sono soprattutto disoccupati, operai, famiglie numerose (quindi molti bambini poveri), gente con titoli di studio bassi (licenza media o meno), che vive in periferia, stranieri. Non c’è dubbio: la crisi l’hanno subita soprattutto i ceti deboli.
Continua…
Fonte:http://www.ilfattoquotidiano.it