Contropiano, Grazie molte per il suo tempo. Lei è a Bologna per una serie di seminari all’università sul tema “Sovranità, movimenti sociali e il diritto alla città”. La prima domanda è: come vede la traiettoria del capitalismo? Più specificamente, c’è ancora una tendenza verso la globalizzazione? O stiamo assistendo a un periodo di chiusura, un ritorno al protezionismo e in generale a un aumento della competizione tra macro-aree capitaliste?
David Harvey. Forse possiamo iniziare disaggregando la globalizzazione del capitale, perché il capitale esiste in tre forme: una sono le attività produttive, la seconda sono le merci e la terza è il denaro. Ciascuna ha una differente capacità di mobilità geografica: la produzione è molto lenta da muovere; le merci possono essere spostate, e oggi anche molto velocemente; ma quella che può essere spostata in nanosecondi è sicuramente il denaro. Quando si parla di porre un freno a ciò che si muove, la maggior parte delle restrizioni sono dirette alla forma merce, e in certa misura alla forma produzione: la difficoltà è porre una qualunque restrizione al flusso di denaro. Così quando Trump parla di accordi commerciali e di cambiare le cose, parla delle merci, di acciaio, ma non c’è alcun modo che possa toccare la fluidità globale del denaro.
Continua…