Francesco Cecchini
SITUAZIONE POLITICA ATTUALE DELLA LIBIA
Il 28 luglio 2017, il Consiglio dei Ministri, presieduto dal Presidente Paolo Gentiloni, al quale ha preso parte il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha approvato una missione militare di supporto operativo alla guardia costiera libica, affermando che la decisione è in linea con quanto richiesto dal governo di accordo nazionale libico.
Si tratta di una missione consistente al cui comando sarà un ammiraglio a bordo di una Fremm, una delle sofisticate fregate di cui si è da poco dotata la Marina militare. Si tratta di un paio di navi, un sottomarino, forse, quattro o cinque arerei, droni e circa 700 militari. La missione in Libia ha una decorrenza dal 1° agosto al 31 dicembre e un costo, che sarà annunciato al parlamento, di 35 milioni di euro. La dichiarazione di Paolo Gentiloni che quanto approvato è quanto richiesto dal governo libico, non corrisponde al vero. Gentiloni distorcerà la verità anche di fronte al parlamento martedì 1 agosto. I governi di Al Sarraj e Haftar (sicuramente non quello di Haftar che è l’ esponente che più difenda in qualche modo l’indipendenza e la sovranità della Libia), non hanno fatto nessuna richiesta ufficiale, anzi vi è una protesta libica: “l’operazione italiana è una violazione della sovranità nazionale libica”.
La missione militare italiana è solo tentativo del governo PD di sostenere l’incerto “governo” Serraj di Tripoli, nostro alleato, e di opporsi in qualche modo all’attivismo molto più incisivo della Francia nella regione.
Gentiloni, e anche Pinotti, Ministro della Difesa e oramai anche della Guerra, diranno che intendono agire con gradualità e in pieno accordo con le autorità libiche. Falso come sul fatto di “fornire supporto alle forze di sicurezza libiche per il controllo e il contrasto dell’immigrazione illegale e il traffico di esseri umani”. In realtà ci si prepara a partecipare direttamente alla guerra delle bande libiche, a creare le condizioni per le missioni di terra. Significativa la dichiarazione del Pinotti: “Risponderemo al fuoco, sempre e in ogni occasione”. Quello che l’Italia si appresta a fare è fuori dalle regole internazionali, dall’Onu, e dalle varie convenzioni internazionali. L’ingresso in acque territoriali interne dello governo libico non è autorizzato e quindi è, sostanzialmente, un’invasione. Certo i governi libici, potranno dare, in seguito, questa autorizzazione, ma ora questa non c’è; e un parlamento con dignità costituzionale e indipendente non potrà che negare questa autorizzazione. L’intervento militare cambia la presenza italiana nel Mediterraneo e ristabilisce un legame con l’Egitto del dittatore assassino, Al Sisi, sponsor e padrino del signore della guerra Haftar.
La missione, poi, è una missione contro le Ong che verranno abbordate come da pirati e imposto loro che o partecipano come parte civile alla missione di guerra antiimmigrati o saranno messe fuori mano militare. Alcune delle Ong stanno già trattando la resa, alla faccia dell’impegno umanitario.
E’ fuori dal parlamento che si deve sentire il NO forte e chiaro e la costruzione di una vera opposizione a questa e a tutte le avventure militari italiane.