Gianfranca Fois
Recentemente sembra diffondersi l’esigenza della posizione da prendere di fronte a certi monumenti della storia appena trascorsa che suscitano sentimenti contrastanti, di rifiuto o di nostalgia e devozione. È un’esigenza presente in diversi paesi, ultimamente la casa natale di Hitler in Austria a Branau am Inn o la casa del fascio a Predappio.
In Austria dopo varie discussioni è stata presa la decisione di non buttar giù la casa di Hitler, come si era pensato in un primo momento, ma di destinarla a sede di un’associazione caritatevole per disabili, quasi una legge del contrappasso se ricordiamo il piano di Hitler per l’eliminazione fisica delle persone con disabilità.
In Italia invece la discussione verte sulla destinazione della casa del fascio di Predappio, nella quale, grazie a fondi del governo e europei, il Comune vorrebbe far nascere un museo del Fascismo. Si è offerto, per questo compito, l’istituto Parri di Bologna ma ancora non sono stati chiariti i contenuti scientifici e culturali del progetto. L’iniziativa ha suscitato un certo dibattito, soprattutto fra storici e studiosi, che però ha visto uno schieramento su due fronti contrapposti, come succede spesso in Italia, anziché un tentativo di affrontare in modo libero il complesso problema che viene posto da questa proposta.
Continua…