Di Vijay Prashad

19 agosto 2017

Raoul Peck, il regista di Haiti apre il suo nuovo film– Der Junge Karl Marx (2017) [Il giovane Karl Marx] nelle foreste della Prussia. I contadini raccolgono il legno caduto. Sembrano infreddoliti e affamati. Si sentono dei cavalli in lontananza. Le guardie e gli aristocratici sono lì vicino. Sono venuti a rivendicare il diritto a qualsiasi cosa ci sia nella foresta. I  contadini scappano, ma non hanno energie.  Cadono. Le fruste e le lance degli aristocratici e delle guardie li colpiscono. Alcuni dei contadini muoiono. Non è permesso loro neanche il legno caduto.

Il giovane Karl Marx, che  viveva a Colonia nel 1842, è turbato dalla violenza contro i contadini tedeschi. Scriveva che i contadini conoscono la punizione. Sono stati picchiati, perfino uccisi. Quello che, però, non conoscono, è il crimine. Per quale reato vengono ora puniti?

Peck è bravo ad aprire il suo film con questo dilemma, perché è la domanda che qualsiasi persona sensibile dovrebbe farsi oggi. Quale è il reato per cui i poveri del mondo vengono ora puniti? La povertà e la guerra provocano profughi della fame e dei bombardamenti, ma a loro viene negato di muoversi, e qualsiasi uscita dal loro dilemma. Conoscono la punizione da affrontare: la fame, la morte, e l’offesa. Questo lo conoscono. Quello che non conoscono è il loro reato. Che cosa hanno fatto per meritarsi questo?

Lo scrittore Dominicano-Americano, Junot Diaz, ha visitato Haiti dopo il devastante terremoto del 2010. In un saggio memorabile, intitolato ‘Apocalypse’, Junot Diaz ha notato che Haiti ci ha avvertito della nuova ‘fase da zombie del capitalismo in cui intere nazioni vengono rese quasi vive tramite un’alchimia economica. Ai vecchi tempi uno zombie era un personaggio la cui vita e lavoro erano stati fissati con mezzi magici. Il nuovo zombie non può aspettarsi un lavoro di alcun genere – il nuovo zombie sta solo in giro e attende di morire’.

Inoltre al nuovo zombie non può essere permesso di andare alla ricerca  di cibo o di trovare rifugio o medicine. In realtà il nuovo zombie deve soltanto aspettare di morire. Questa è la punizione, ma quale è il reato?

La settimana scorsa, al largo della costa dello Yemen dilaniato dalla guerra, i trafficanti hanno spinto una barca nel mare turbolento, e hanno ‘deliberatamente fatto annegare’ 50 persone. L’espressione: hanno deliberatamente fatto annegare’ arriva dal personale dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (IOM), cioè l’agenzia dell’ONU per l’aiuto alla migrazione. Le squadre della IOM che percorrevano le spiagge di Shabwa (in Yemen) hanno scoperto un sepolcro poco profondo che conteneva 29 di queste persone: 12 uomini Etiopi, 12 donne Etiopi e  5 uomini Somali. Altri erano scomparsi in mare. Originariamente la barca trasportava 180 persone. Il resto ha raggiunto la spiaggia con grande fortuna. La cosa straordinaria riguardo all’indagine della IOM, era che l’età media dei migranti su quella barca era di 16 anni: erano giovani della Somalia e dell’Etiopia i cui paesi erano stati distrutti dal crollo economico e dai signori della guerra, dalla Guerra al Terrore e dalla pesca eccessiva.

 

 

La catastrofe silenziosa causata dalla siccità, dal cambiamento del clima e dall’insicurezza economica, dilania la Somalia. La situazione è così disperata, che

l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari – OCHA – osserva che attualmente ci sono 3,2 milioni di persone sull’orlo della carestia.  E’ disponibile poca assistenza per l’emergenza alimentare. Sono state già curate 102.263 persone per Grave Malnutrizione Acuta (SAM- Severe Acute Malnutrition) – un incremento del 50% fin dal 2016.  All’interno della Somalia è semplicemente impossibile uscire per le persone, dato che nel paese il conflitto politico è stato interminabile fin dagli anni ’90 quando la carestia del 1991 si è presa la vita di 200.000 persone.

L’Agenzia dell’ONU per i rifugiati fa notare che dal novembre 2016 alla fine di maggio 2017, circa739.000 persone all’interno della Somalia, si sono dovute spostare a causa della siccità Più di 480.000  di questi rifugiati hanno meno di 18 anni. Non c’è da meravigliarsi se l’età media sulla barca per lo Yemen era di 16 anni. E’ sorprendente che 195,000 di questi rifugiati per la siccità, hanno meno  di 5 anni.

Il flusso dei profughi dal Corno d’Africa allo Yemen è ininterrotto. L’anno scorso, malgrado la brutale guerra dell’Arabia Saudita contro lo Yemen la quale ha distrutto quel paese, 115.000 persone hanno fatto la traversata dall’Africa alle coste dello Yemen. Molte di loro sono giovani che vogliono disperatamente arrivare negli Stati del Golfo in cerca di una misera occupazione. Molti non ci riescono, compresi 42 migranti somali, la cui barca è stata  affondata da un jet saudita nel marzo scorso.

Nell’attuale guerra contro i migranti, è emblematico il Muro che il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, promette di costruire sul confine tra Stati Uniti e Messico. I dati che si hanno dalla Dogana degli Stati Uniti e dalla Protezione dei Confini, e anche dalla IOM, dimostrano che c’è stato un drastico calo dell’emigrazione su questo confine tra il 2000 e oggi. Nel 2000, 1,6 milioni di migranti sono stati fermati dalle organizzazioni statunitensi che avevano fermato soltanto 400.000 persone nel 2016. Ma  questo periodo, le morti al confine rimangono immutate; 380 nel 2000 e 322 nel 2016. Già nei primi mesi del 2017, la IOM ha scoperto che sono morti 239 migranti nell’attraversamento. Il mese scorso, almeno 10 persone sono morte soffocate in un camion che era fermo in un parcheggio a San Antonio, in Texas.

Le persone che provano ad attraversare il confine tra Stati Uniti e Messico, in generale non sono messicani ma dell’America Centrale. I tre paesi che inviano un gran numero di migranti al nord sono: Guatemala, Honduras ed El Salvador. La più comune spiegazione pubblica della migrazione dei rifugiati, è che questi paesi sono lacerati da guerre di bande alimentate dal traffico illegale di droga. Naturalmente       ma non è la radice della crisi. Le cause andrebbero cercate nel crollo dell’agricoltura in questi paese – provocato in gran parte dalla siccità e dagli allagamenti indotti dal cambiamento di clima, dal calore estremo e dagli incendi delle foreste.

L’agenzia umanitaria dell’ONU trova che in Guatemala, Honduras ed El Salvador, ci sono milioni di persone a rischio di instabilità alimentare. Soltanto in Honduras ci

sono due milioni di persone  in questa situazione. In altre parole, stanno morendo di fame.  Il Programma alimentare mondiale fa notare che in Guatemala quasi la metà dei bambini al di sotto dei 5 anni soffre di malnutrizione: la percentuale più alta del mondo. Dato che la siccità e i danni climatici catastrofici minacciano l’agricoltura, gli agricoltori  passano dal riso e dai fagioli  ai biocarburanti e al caffè – una coltivazione redditizie che porta delle entrate ad alcuni agricoltori, ma che riduce la disponibilità di cibo per il paese. Il Muro di Trump non fermerà il flusso dei profughi causato dal cambiamento del clima. Renderà soltanto più difficile il loro passaggio. Questo è il motivo per cui le morti al confine restano immutate.

Trenta milioni di persone sono ora sulla soglia della carestia; a queste  piacerebbe fuggire verso il cibo e lontano dalla siccità, dagli incendi delle foreste e dalla guerra.

Nel 2003, in Brasile, il governo guidato da  Luiz Inácio Lula de Silva del Partito dei Lavoratori (PT – Partido dos Trabalhadores) ha iniziato il programma Fome Zero (Zero Fame). Zero Fame ha fornito cibo ai bambini nelle zone con basso reddito, ha spinto alla creazione di sistemi di irrigazione sostenibile nella coltivazione del cibo, ha educato la cittadinanza alla nutrizione e ha fornito un supporto per le aziende agricole familiari. Le locali aziende agricolo familiari hanno fornito cibo più nutriente  alle scuole locali. Fome Hunger non soltanto ha migliorato la nutrizione, ma ha anche incoraggiato i piccoli coltivatori. In dieci anni il tasso di mortalità infantile del Brasile è diminuito del 13%, mentre 20 milioni di persone hanno visto aumentare i loro livelli di reddito al di sopra della linea di povertà.

Quello che ha fatto il governo di Lula non è stato replicato nel mondo, come perfino la Banca Mondiale pensava si sarebbe dovuto fare. Le politiche del PT sono state lentamente capovolte dal nuovo governo. Nessuno parla  di Zero Fame  su scala globale. Perché dare da mangiare agli zombie dato che stanno semplicemente aspettando di morire?

Stretti  tra la fine dei mezzi di sostentamento e il rifiuto di permettere l’emigrazione, i poveri del mondo sperimentano la punizione per un reato che è sconosciuto. Che cosa hanno fatto per meritare il loro destino? Perché vengono puniti quando non hanno commesso un reato?

Vijay Prashad  è professore  di studi internazionali al Trinity College ad Hartford, Connecticut. E’ autore di 18 libri, tra i quali : Arab Spring, Libyan Winter[Primavera araba, inverno libico], (AK Press, 2012), The Poorer Nations: A Possible History of the Global South[Le nazioni più povere: una storia possibile del sud globale],(Verso, 2013) e The Death of a Nation and the Future of the Arab Revolution [La morte di una nazione e il futuro della rivoluzione araba], (University of California Press, 2016). I suoi articoli sono pubblicati su AlterNet ogni mercoledì.

Nella foto: la possibile spartizione della Siria

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/human-carnage-from-billionaires

Originale: Alternet

Traduzione di Maria Chiara Starace

Traduzione © 2017 ZNET Italy – Licenza Creative Commons  CC BY NC-SA 3.0

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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