A scendere in piazza contro la pessima e liberista riforma del lavoro di Emmanuel Macron sono state da 223.000 a 400.000 persone. La forbice nasce dalla prima stima, fornita dal ministero dell’Interno francese, e dalla seconda, data dal più grande sindacato del paese, la Cgt.
Si è trattato della prima protesta di piazza per un presidente oggi ai minimi di popolarità (il 35% circa i gradimento nei sondaggi) a quattro mesi dal suo insediamento all’Eliseo. “E’ una prima riuscita”, ha commentato il leader della confederazione sindacale francese Cgt (Confédération générale du travail), Philippe Martinez, alla partenza della manifestazione parigina. Per i sindacati la riforma del codice del lavoro è una “regressione sociale”. Per Emmanuel Macron è la prima mobilitazione sociale del suo quinquennato, con appelli a scioperare e manifestare in tutto il paese. A Marsiglia, Jean-Luc Mélenchon, leader di France Insoumise (Francia indomabile, FI), e i suoi sostenitori, hanno sfilato accanto ai sindacati. “Macron ha così tanto bisogno di rimobilitare le elite di destra e i possidenti che per dare loro un segnale è stato obbligato a esagerare. Ciò significa insultare la gente, non l’ha fatto per noi, chiedete qui se ha fatto cambiare idea a una sola persona. Lo ha fatto perché parla ai potenti, alle persone importanti, a chi domina. E dice loro, è ora dei grandi regolamenti di conto”.
“Per una prima mobilitazione, è una buona mobilitazione”, ha insistito Martinez su Europe 1. “Da quello che mi hanno detto al telefono ci sono stati cortei dinamici, partecipanti motivati delle varie organizzazioni sindacali”, ha spiegato, alludendo ai militanti FO o CDFT venuti a ingrossare le fila nonostante i loro sindacati non abbiano aderito alle proteste. A Parigi, la polizia ha detto che hanno sfilato 24.000 manifestanti. “La polizia aveva previsto 10.000 persone, fanno le previsioni come con il tempo, prima delle manifestazioni”, ha ironizzato Martinez. La Cgt ha lanciato un appello per una nuova giornata di mobilitazione il 21 settembre, alla vigilia della presentazione dei decreti per la riforma in Consiglio dei ministri.
Nel paese erano stati proclamati 4.000 scioperi e 180 manifestazioni, che si sono svolte pacificamente. Gli unici scontri, ma marginali, si sono verificati a Parigi quando circa 300 persone con il volto coperto hanno scagliato pietre contro la polizia, che ha risposto con l’acqua degli idranti e il lancio di gas lacrimogeni. Intanto, le federazioni dei ferrovieri di FO (Force Ouviere) e della Cgt indicono uno sciopero il 25 settembre contro la riforma del lavoro avviata dal governo francese. “Sarà uno sciopero che avrà serie conseguenze sull’economia”, dichiara il segretario generale di Cgt trasporti, Jerome Verité, aggiungendo che “ovviamente” i depositi dei carburanti saranno un bersaglio. Lo sciopero arriva dopo la mobilitazione di piazza di ieri e dopo che il premier Eduard Philippe ha detto che presterà attenzione alle richieste avanzate dai sindacati, ma che sulla riforma intende andare avanti. Il ministro del Lavoro, Muriel Penicaud difende il nuovo codice del lavoro, che il presidente Emmanuel Macron intende far passare ricorrendo alla ‘ordinanze’, cioè ai decreti applicativi, che il Parlamento dovrà ratificare entro tre mesi dalla loro pubblicazione, senza una vera e propria discussione in aula. Intanto Macron ha avviato la concertazione tra le parti, presentando 36 misure divise in 5 ordinanze, contro le quali i sindacati si sono schierati in modi differenziato. Nettamente contro la Cgt, che ha parlato di “fine del contratto di lavoro”, mentre la Cfdt, pur dichiarandosi in disaccordo, ha detto che intende migliorare i decreti di applicazione.
http://www.sinistraineuropa.it/europa/400-000-en-march-contro-legge-lavoro-macron/