Ormai molti di voi avranno sentito la notizia [in inglese]: un tenente generale russo, Valerij Asapov, e due colonnelli, sono stati uccisi in quello che sembra essere un attacco a colpi di mortaio molto preciso. Proprio come nel caso dell’unità di polizia militare russa recentemente attaccata vicino a Deir el-Zor [in italiano], i russi accusano gli americani di essere dietro questo attacco. Per rendere ancora peggiori le cose, i russi ora accusano ufficialmente [in russo] gli americani di collaborare attivamente con l’ISIS:

Le unità delle Forze Speciali americane consentono alle unità delle Forze Democratiche Siriane, sostenute dagli USA, di avanzare senza problemi attraverso le formazioni dell’ISIS. Senza affrontare la resistenza dei militanti dell’ISIS, le unità delle SDF stanno avanzando lungo la riva sinistra dell’Eufrate verso Deir el-Zor. Le foto aeree effettuate in data 8-12 settembre sulle posizioni dell’ISIS hanno registrato un gran numero di veicoli americani Hummer, che sono in servizio con le Forze Speciali americane. Gli scatti mostrano chiaramente le unità delle Forze Speciali americane situate presso le fortificazioni in possesso dei terroristi dell’ISIS. Non c’è però è alcuna prova di attacchi, combattimenti o di qualsiasi bombardamento della coalizione guidata dagli Stati Uniti volti a cacciare i militanti. Nonostante le postazioni statunitensi si trovino nelle aree dell’ISIS, non è stata organizzata alcuna pattuglia a protezione di esse. Ciò suggerisce che le truppe americane si sentono al sicuro nelle regioni controllate dai terroristi.

Queste sono le mappe e le foto aeree fornite dai russi (per una risoluzione più elevata, clicca qui [in russo])

Quello che sembra indicare tutto ciò è che il Pentagono abbia deciso di attaccare direttamente le forze russe, anche se non ufficialmente. Dal punto di vista del Pentagono, questo ha (quasi) senso.

In primo luogo, è ormai abbastanza chiaro che i “terroristi buoni” e i “terroristi cattivi” hanno perso la guerra civile in Siria. In poche parole, gli Stati Uniti sono stati sconfitti, la Siria, la Russia, l’Iran e Hezbollah hanno vinto, e gli israeliani stanno dando di matto.

In secondo luogo, il piano americano per usare i curdi come fanti/carne da cannone è fallito. I curdi sono chiaramente troppo intelligenti per farsi attirare da una proposta dalla quale hanno solo da perdere.

In terzo luogo, il piano B americano, la spartizione della Siria, è ora direttamente minacciato dai successi militari siriani.

Il Tenente Generale Valerij Asapov

Ultimo e non meno importante, gli americani ormai sono profondamente umiliati e rabbiosi per il successo russo in Siria.

Hanno preso perciò la decisione di prendere di mira direttamente il personale militare russo, e stanno utilizzando le loro notevoli capacità di ricognizione, combinate con le forze speciali statunitensi sul terreno, che lavorano al fianco dei terroristi “buoni” e “cattivi”, per colpire il personale militare russo.

Non è la prima volta, comunque. Ci sono abbastanza prove che un ospedale russo vicino ad Aleppo sia stato bersagliato utilizzando mezzi che non erano a disposizione della filiale locale del Daesh. Questa volta, tuttavia, gli americani non hanno nemmeno cercato di nasconderlo. Il messaggio sembra essere il preferito di tutti i tempi degli americani: “che cosa farete adesso?”.

In realtà c’è molto che i russi potrebbero fare. Ho scritto a proposito di questo nel mio articolo “Utilizzare la negabilità plausibile contro un avversario che mente sistematicamente” [in italiano]. Se quelli del CENTCOM credono veramente che i loro generali siano tutti al sicuro e fuori portata si sbagliano profondamente. A differenza dei russi e, ancor di più, degli iraniani, i generali degli Stati Uniti sono per lo più avversi ai rischi ed è difficile che raggiungano la Siria. Ma chi ha detto che la Russia attuerebbe ritorsioni in Siria? O, se è per questo, che la Russia userebbe forze russe per attuare ritorsioni? Sì, la Russia dispone di unità speciali addestrate all’assassinio di obiettivi di alto profilo in paesi ostili, ma ciò non significa che deciderebbe di utilizzarle. Gli incidenti possono accadere ovunque, e le strade sono notoriamente pericolose in Medio Oriente. Perché dico questo? Per chiarire che la Russia dispone di opzioni che vanno oltre l’andare apertamente in guerra.

Naturalmente, i russi potrebbero semplicemente sparare una salva di missile da crociera Kalibr in una delle posizioni dell’ISIS mostrate nelle foto sopra e poi dire “oops, c’era del vostro personale infiltrato tra questi tizi di Al Qaida? Davvero? Non ne avevamo idea, assolutamente”. Anche la Siria ha un arsenale abbastanza consistente di missili balistici tattici [in inglese]. I siriani potrebbero colpire per errore tutte le posizioni ISIS+USA ed esprimere costernazione per la presenza del personale militare americano tra i terroristi. C’è anche Hezbollah, che, in passato, ha persino catturato soldati israeliani in raid oltreconfine, e che potrebbe decidere di catturare alcuni membri delle Forze Speciali americane. E non dimentichiamo gli iraniani, che non avevano da parecchi anni un’occasione così ghiotta per mettere le mani sul personale militare americano.

Le tre debolezze chiave della posizione di forza statunitense in Siria sono: in primo luogo, la loro forza in Siria è troppo piccola per fare la differenza, ma abbastanza grande da rappresentare un bersaglio appetibile e, in secondo luogo, tutti gli scarponi sul terreno che contano (siriani, Iran, Turchia, Hezbollah e russi) sono contro di loro. Infine, i soli due veri alleati americani della regione hanno troppa paura di scendere in campo attivamente: Israele e i sauditi.

La morale è che se gli americani pensano che i russi e i loro alleati non dispongono di opzioni, sono totalmente fuori strada. Dovrebbero inoltre considerare seriamente la conseguenza di avere le Forze Speciali che operano in posizioni avanzate. I siriani stanno riducendo la distanza velocemente e questo potrebbe non essere il momento migliore per dare la caccia al personale militare russo.

Finora i russi si sono limitati a proteste ed espressioni di disgusto. Questa ovviamente non si è dimostrata una strategia efficace. I russi, a quanto pare, non si rendono conto che meno persone se ne importano, e più si lamentano, meno credibili sembrano i loro avvertimenti. Questo non è un approccio sostenibile, e i russi così “dovranno fare qualcosa”, per usare l’espressione americana.

Le cose potrebbero diventare molto pericolose, molto velocemente e molto presto.

Il Saker

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Articolo pubblicato su The Saker.is il 25 settembre 2017.

Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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