Trasporto aereo, una pioggia di denaro pubblico alle compagnie low cost. L’interrogazione di M5S
“Il Governo faccia chiarezza sui soldi dei cittadini erogati dalle societa’ aeroportuali dlle compagnie aeree low cost, come appunto Ryanair, attraverso contratti secretati e nascosti sotto la generica voce di ‘co marketing’. Una pioggia di denaro pubblico non tracciata che in base ad una ricerca parziale del MoVimento 5 Stelle, basata su interrogazioni parlamentari e fonti di stampa, ammonterebbe a oltre un miliardo di euro in dieci anni sulla cui spesa il Governo e l’Enac avrebbero dovuto vigilare anziche’ permetterne lo spreco senza garantire alcuna trasparenza ne’ una visione strategica d’investimento”. La denuncia arriva dai deputati del MoVimento 5 Stelle delle Commissioni Attivita’ Produttive e Trasporti.
“Questo sistema di sovvenzioni nascoste in Italia sta facendo tracollare tutto il sistema del trasporto aereo, come dimostra la crisi di Alitalia tuttora priva di un piano industriale a quasi sei mesi di commissariamento e i cui lavoratori in questi giorni
sono di nuovo in piazza per chiedere certezze sul futuro della compagnia aerea- spiega il deputato 5stelle Paolo Romano- Come proposto nel nostro programma nazionale Trasporti, chiediamo al Governo che questi contratti siano resi pubblici o pubblicati, come previsto dalle norme vigenti, e che sia avviato un Piano di razionalizzazione degli aeroporti valorizzando quelle societa’ aeroportuali virtuose, che hanno un bilancio attivo e disposte a implementare misure di tutela dell’ambiente e della salute pubblica”.
“Ecco le cifre della vergogna raccolte dal MoVimento 5 Stelle: alla societa’ aeroportuale di Bergamo sono stati dati circa 28 milioni di euro l’anno per complessivi 200 milioni di euro in dieci anni; a Trieste, 3 milioni di euro annui (dalla Regione del Friuli Venezia Giulia) per 30 milioni in 10 anni; a Verona circa 5 milioni di euro l’anno (17 euro per ogni passeggero) per complessivi 50 milioni in 10 anni; a Pisa 11 milioni l’anno per circa 100 milioni in dieci anni; a Bologna in media 20 milioni di euro l’anno per circa 200 milioni in 10 anni”. E ancora: “A Rimini 55 milioni in 5 anni (2009-2013); ad Ancona 5 milioni stimati per 50 milioni in 10 anni; a Pescara: 5,5 milioni (inclusi gli sconti) per circa 50 milioni in 10 anni; a Bari e Brindisi oltre 90 milioni di euro, erogati dalla Regione Puglia con un contratto senza gara, per quasi 10 anni, a cui si aggiungono circa 6 milioni di euro l’anno dall’Ente Aeroporti di Puglia (al 99%della Regione) per mancati introiti”. Ci sono poi i contratti destinati alla ‘pubblicita’ sul web’, che ammontano a 5 euro a passeggero per complessivi 3 milioni di euro l’anno (175 in dieci anni).
Esemplare il caso della Sardegna, dove l’Unione Europea ha condannato 16 compagnie aeree low cost a restituire 70 milioni di euro, erogati dalla Regione con la ‘Legge Cappellacci’: ad Alghero, 41 milioni in 10 anni; a Cagliari circa 30 milioni di euro in dieci anni, di cui 27 solo a Ryanair; a Olbia 15 milioni”. “Agli aeroporti della Calabria sono andati 11 milioni di euro annui, circa cento in dieci anni. Si tratta di dati parziali, perche’ molte societa’ aeroportuali non lasciano trapelare alcuna informazione, ma che fanno ben capire l’impatto sul mercato aeroportuale e sulle tasche dei cittadini di una gestione senza trasparenza e le cui logiche non tutelano ne’ l’interesse pubblico ne’ dei lavoratori del comparto aereo”, conclude.