#iostoconperugina
Prendono finanziamenti pubblici e licenziano.
Stamattina ero in piazza con tanti compagni per la manifestazione dei lavoratori della Perugina.
Lavoratori e lavoratrici che si sono sentiti classificare come ‘esuberi’ solo un anno dopo aver firmato un accordo con la famosa multinazionale.
Ho ascoltato molto. Tante voci diverse.
Ad esempio il parrocco di San Sisto, quartiere dello stabilimento, che ha ricordato alla piazza che “l’impostazione economica attuale è contro l’uomo” e che -come tanti Davide-dobbiamo lanciare i nostri piccoli sassi contro i Golia, contro le grandi multinazionali che usano i territori e le persone per cercare soltanto il massimo profitto possibile.
Ho ascoltato gli interventi di tanti lavoratori e lavoratrici, dalla Colussi, dalla Novelli fino alle acciaierie ternane, impegnati in altre difficili vertenze del territorio: nelle loro parole c’era la forza di chi non si arrende perché sa che un’alternativa c’è sempre alle ingiustizie di un sistema che tutela una minoranze e toglie dignità alla maggioranza.
Dobbiamo cambiare le cose, era questo ciò che ci stavano dicendo. Come? Cambiarle con le lotte, con l’unità tra diversi, con l’intelligenza di trovare soluzioni nuove a problemi inediti, come quelli generati dall’innovazione tecnologica e dal mercato globale.
Io faccio una proposta oggi, consapevole che ce ne sono tante altre da fare: battiamoci per impedire che chi licenzia personale per ragioni economiche possa poi redistribuire gli utili generati da queste scelte agli azionisti. E che sia una norma europea.
Sarà lunga, ma ce la faremo, perché sappiamo di non essere soli, sappiamo di essere potenzialmente la maggioranza. È sulle battaglie che si costruisce l’unità, sui bisogni e sulle ambizioni delle persone: dobbiamo imparare ad ascoltare con attenzione. Come stamattina, come ogni mattina in cui proviamo a portare un po’ di buona politica in un paese in cui la politica pare affondata nell’egoismo e nel cinismo.
Nicola Fratoianni (SI) Fb