La redazione del New York Times ha recentemente assunto [in inglese] una posizione insolita, denunciando quelli che vengono definiti “crimini di guerra” di un alleato degli Stati Uniti, in una guerra alla quale il governo degli Stati Uniti partecipa attivamente militarmente.
“I sauditi cercano di sottomettere lo Yemen con la fame”, era il titolo, e non era un’esagerazione. Come ha notato il Times, ci sono quasi sette milioni di persone nello Yemen, inclusi milioni di bambini, che stanno affrontando la carestia.
“Almeno 10.000 persone sono state uccise, molte dai bombardamenti della coalizione saudita [in inglese] eseguiti con l’assistenza militare degli Stati Uniti”, ha affermato l’editoriale.
La carestia e la carenza di medicinali derivano dal fatto che i sauditi bloccanodeliberatamente i porti yemeniti, compresa al-Hudayda, attraverso la quale arriva l’80 per cento [tutti e tre i link in inglese] delle importazioni di cibo dello Yemen. In combinazione con la distruzione saudita delle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie dello Yemen, la guerra e il blocco sauditi hanno anche scatenato in Yemen la peggiore epidemia di colera del mondo. Più di 900.000 persone si sono ammalate, e sebbene di norma il colera sia facilmente curabile, sono morti a migliaia.
Tutto questo è ben noto, anche se né le atrocità né il ruolo degli Stati Uniti nel perpetrarle hanno ottenuto l’attenzione che meritano. Ma gli sforzi dei gruppi umanitari e contro la guerra, così come dei membri del Congresso [in inglese] che credono che il coinvolgimento militare degli Stati Uniti senza il consenso del Congresso sia incostituzionale, stanno iniziando a fare pressioni sui responsabili.
La scorsa settimana, la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato una risoluzione, con un margine di 366-30, che ha fatto due cose senza precedenti: in primo luogo, ha riconosciuto il ruolo degli Stati Uniti nella guerra, incluso il rifornimento in volo degli aerei della coalizione a guida saudita (che è essenziale per la loro campagna di bombardamenti) e l’aiuto nella selezione degli obiettivi; e secondo, che questo coinvolgimento militare non è stato autorizzato dal Congresso.
La risoluzione era un compromesso, quindi conteneva un sacco di verbosità in eccesso inserite dai repubblicani; e non era vincolante. In questo modo sono venuti meno gli obiettivi dei suoi sponsor, guidati [in inglese] dai rappresentanti Ro Khanna (democratico della California), Mark Pocan (democratico del Wisconsin), Walter Jones (repubblicano del North Carolina) e Thomas Massie (repubblicano del Kentucky), che avevano tentato di utilizzare la War Powers Resolution per costringere ad un dibattito e ad un voto vincolante per ritirare le forze militari dalla guerra. Ma queste due dichiarazioni senza precedenti sono un grande passo verso la fine di questa guerra.
Il processo che ha portato a questa risoluzione ha anche costretto le forze armate a rendere note ai leader della Camera le informazioni classificate sul ruolo del Pentagono nella guerra a guida saudita, compresa la sua assistenza nel rifornimento in volo e nel tracciamento dei bersagli. E ha permesso un dibattito sulla costituzionalità del coinvolgimento militare USA nella guerra contro un gruppo ribelle yemenita indigeno che non ha nulla a che fare con Al-Qaida. Anche questo è un gran colpo, dato che l’Articolo I della Costituzione degli Stati Uniti riserva al Congresso il diritto di decidere se le nostre forze armate possono muovere guerra o meno.
Ai sensi del War Powers Act, quando le forze armate statunitensi sono coinvolte nelle ostilità, qualsiasi membro del Congresso può costringere ad un dibattito e ad una votazione su questo coinvolgimento. Ma i repubblicani, con la possibile complicità [in inglese] della leadership democratica, hanno minacciato di bloccare questo voto e gran parte del dibattito, forzando così la risoluzione di compromesso.
Questi dettagli sono importanti, perché mostrano come una cittadinanza impegnata – con solo una manciata di membri del Congresso coraggiosi al loro comando – ha molto più potere di quanto si creda comunemente nel porre fine al coinvolgimento degli Stati Uniti nelle atrocità. I leader repubblicani della Camera non hanno approvato questa risoluzione perché si preoccupano delle persone che muoiono nello Yemen. Lo hanno fatto perché avevano paura di un dibattito e di un voto per costringere il presidente ad impedire che le forze armate si impegnino in una guerra indifendibile, e impedirebbe che le forze armate statunitensi abbiano un ruolo nel creare e perpetuare la peggiore crisi umanitaria del mondo. Non vogliono che questo diventi una questione politica importante e forse elettorale.
La risoluzione della Camera ha ora preparato le basi per continuare la lotta in Senato. Il Senato è diviso in modo più uniforme, e a giugno c’è stato un tentativo, guidato dai senatori Rand Paul (repubblicano del Kentucky) e Chris Murphy (democratico del Connecticut) per bloccare circa 500 milioni di dollari di vendite di armi all’Arabia Saudita. Hanno fallito, ma il risultato del voto è stato 53-47.
Parlando al Senato la scorsa settimana, il senatore Murphy ha detto:
Sono le aerocisterne degli Stati Uniti che volano nel cielo intorno allo Yemen per rifornire di carburante i jet da combattimento sauditi, consentendo loro di far cadere più bombe. Si tratta di ordigni fabbricati e venduti dagli USA ad essere trasportati su questi aerei, e che vengono lanciati su obiettivi civili e infrastrutturali all’interno dello Yemen. Gli Stati Uniti fanno parte di questa coalizione. La campagna di bombardamenti che ha causato l’epidemia di colera non sarebbe potuta avvenire senza di noi.
È importante per quante più persone possibile essere coinvolti in questa prossima fase della lotta, perché questa è la migliore possibilità di porre fine a questo incubo [in inglese] considerato che il Sottosegretario Generale agli Aiuti Umanitari delle Nazioni Unite Mark Lowcock ha avvertito [in inglese] che lo Yemen sta vivendo “la più grande carestia che il mondo abbia visto da molti decenni, con milioni di vittime”. Se il Congresso si scaglierà contro questa guerra e bloccherà il coinvolgimento degli Stati Uniti, i sauditi dovranno negoziare la fine del conflitto. Gli americani possono contattare i loro senatori e rappresentanti al Congresso e chiedere loro di contribuire a porre fine a questa guerra incostituzionale, alla carestia e agli omicidi di massa.
Prima o poi, questa guerra dovrà finire. L’unica domanda è quante persone, per lo più civili, bambini inclusi, moriranno prima della sua fine.
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Articolo di Mark Weisbrot pubblicato su Counterpunch il 22 novembre 2017.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
http://sakeritalia.it/medio-oriente/yemen/una-carestia-di-massa-e-una-guerra-incostituzionale-i-crimini-americano-sauditi-in-yemen/