L’aggressione alla Repubblica Democratica del Congo viene definita una “guerra di bassa intensità”, eppure dal 1996 ad oggi il Congo conta 8 milioni di morti. Da allora centinaia di migliaia di donne sono state violentate e i loro organi genitali danneggiati irrimediabilmente in modo da impedire la riproduzione; le popolazioni dell’est del Congo, al confine del Ruanda e dell’Uganda, sono state massacrate e vivono una delle più grandi tragedie umanitarie al mondo, nell’indifferenza totale della cosiddetta Comunità internazionale che tanto ha a cuore i diritti umani.

Possibile che il più imponente contingente Onu presente in un Paese non riesca a evitare queste aberrazioni inflitte al popolo congolese da parte dei suoi aggressori ruandesi e ugandesi?

A tutte queste domande cerchiamo di rispondere con tre video-interviste realizzate a Jean Jacques Diku, rappresentante della comunità congolese in Italia. Oggi partiamo con la storia.

Buona visione!

*Si ringrazia per riprese e montaggio Luigi Sorrentino

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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