Di Giorgio Cremaschi
Zitto zitto quatto quatto il governo Gentiloni ha cancellato le timidissime promesse di limitare la precarietà, fatte in pompa magna da Poletti e PD solo pochi mesi fa. Vi ricordate? Avevano promesso che avrebbero dato una stretta al dilagare dei contratti termine e che avrebbero più tutelato i lavoratori licenziati ingiustamente a causa del (loro) Jobsact.
In realtà i provvedimenti erano ben poca cosa, la riduzione da 36 a 24 mesi della durata massima del termine del rapporto di lavoro e la diminuzione del numero delle volte in cui avrebbe potuto essere rinnovato, prima di assumere a tempo indeterminato. Insomma invece che una vita da precario due terzi di essa.
Per quanto riguarda i licenziamenti, il governo proponeva di elevare da 4 a 8 mesi l’indennità minima per il lavoratore ingiustamente licenziato.
Prima che Renzi cancellasse l’articolo 18 ci sarebbe stata la reintegra al lavoro, ora invece con grande generosità Gentiloni prometteva qualche soldo in più prima della disoccupazione.
Erano provvedimenti tenuissimi e totalmente inadeguati, ma improvvisamente al governo, al PD e alla maggioranza del parlamento devono essere sembrati enormi e per questo li hanno abbandonati. Negli ultimi giri della finanziaria li hanno cancellati.
Il PD non riesce a disubbidire ai suoi padroni confindustriali neppure per finta; gli interventi, non le pressioni sia chiaro, li fa per le banche mica per chi lavora.
Alla fine Maria Elena Boschi rappresenta il partito democratico davvero meglio di tutti gli altri. Auguriamoci e facciamo in modo che, come lei, tutti questi cialtroni siano destinati a scomparire dalla politica italiana.