Mancano poco meno di 60 giorni alle elezioni politiche 2018, chiamate a ridisegnare il Parlamento italiano e, sempre che si creino le condizioni politiche, ad assegnare un nuovo governo al Paese. Come da migliore tradizione cominciano ad impazzare i sondaggi elettorali, realizzati dagli istituti demoscopici nostrani che sono chiamati a recuperare un minimo di credibilità dopo i numerosi abbagli degli ultimi anni.

di Adriano Manna

Proviamo ad analizzare sinteticamente quelle che sembrano essere le tendenze di voto registrate nelle ultime settimane dai principali istituti:

Le coalizioni

In questo sondaggio realizzato da Tecnè il 10-11 dicembre 2017 le intenzioni di voto del campione analizzato sono aggregate per coalizione. Come sappiamo, la legge elettorale in vigore prevede l’attribuzione del premio di maggioranza necessario per governare in autonomia alla lista o coalizione che superi il 40% delle preferenze espresse.

Ad oggi, secondo questa rilevazione, l’unica coalizione che sembra in grado di ambire al governo del paese è quella di centro-destra (Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia e polo liberale) che registrerebbe un trend in lenta ma costante crescita, che la porterebbe ad oggi al 38,2% dei voti.

Tutte le altre offerte politiche sono ben distanti dalla soglia fatidica del 40%, e pertanto appare difficile pensare che possano ambire a governare il paese senza accordi post-elettorali.

Leggermente  più cauto sull’espansione del centro-destra è invece l’istituto Demopolis, che in una rilevazione effettuata sempre a dicembre 2017 attribuisce qualche punto in meno a Berlusconi e compagnia, valutando al rialzo tanto il PD che il M5S.

Per entrambe le rilevazioni, la lista di sinistra “Liberi e Uguali” capitanata dal Presidente del Senato Pietro Grasso è data intorno al 7%, un dato grosso modo confermato da tutti gli istituti demoscopici.

 

Le liste

I voti per singola lista grosso modo coincidono con le intenzioni di voto aggregate per coalizione, anche se il sondaggio realizzato da SWG ridimensiona leggermente M5S e partiti del centro-destra.

Il sondaggio qui riportato attribuisce sempre un 7% a “Liberi e Uguali” (qui chiamata “Lista Grasso”) e uno 0,6% a “Potere al Popolo”, la lista della sinistra antiliberista che qui viene erroneamente definitiva semplicemente come “Rifondazione comunista” (che è solo una delle componenti della lista).

Leggermente diversi i dati delle preferenze per lista riportati ieri 7 gennaio dal borsino elettorale di Affaritaliani.it:

Movimento 5 Stelle 25-26%

Partito Democratico 23%

Alleati PD (+Europa, Insieme, ecc.) 2-3%

Centro-destra (FI, Lega, Fd’I) 37%

Liberi e Uguali 8%

Potere al Popolo 1-1,5%

Casapound 2%

Partito Comunista 1%

 

http://www.sinistraineuropa.it/approfondimenti/elezioni-4-marzo-sondaggi-cresce-leu-prime-pop/

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

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