Francesco Cecchini
I dialoghi tra l’ELN, Esercito di Liberazione Nazionale, e governo colombiano sono ripresi a Quito, Ecuador; è il quinto ciclo di negoziati. Al centro è il rinnovo del cessate il fuoco bilaterale. Questo è durato tre mesi e la tregua è stata violata in alcuni casi dalle due parti. Per esempio l’ELN ha riconosciuto di aver ucciso un leader indigeno nel Chocó. Va detto però che le popolazioni che vivono dove l’ELN hanno beneficiato della tregua. Sia il presidente della Colombia, Manuel Santos, che uno dei leader dell’ELN, Israel Ramírez Pineda alias “Pablo Beltrán”, ascoltando settori della società civile colombiana e la Comunità Internazionale, si sono dichiarati favorevoli a estendere il silenzio delle armi. Anche l’ONU e la Chiesa colombiana in un comunicato comune hanno fatto appello affinché non si spari. Importante sarà stabilire un metodo/meccanismo che garantisca un’efficace procedura per controllare la tregua. In questo senso la nuova delegazione governativa guidata dall’ex vice presidente Gustavo Bella sarà composta anche dei generali Freddy Padilla e Carlos Rojas. Mentre la presenza degli accademici Angelika Rettberg, Socorro Ramírez , Alejandro Réyes e José Noe Ríos dovrebbe dare maggiore flessibilità al confronto tra le due parti, governo e guerriglia. In un comunicato l’ELN ha dichiarato, tra l’altro: “Questo nuovo ciclo di conversazioni sarà dedicato allo sviluppo della partecipazione politica della società, attraverso un Dialogo Nazionale, che avanzerà verso un Accordo di Pace, basato su urgenti cambiamenti di base richiesti dalla maggioranza nazionale.” A garantire che il cessate il fuoco venga stabilito e mantenuto e che i dialoghi di Quito raggiungano la pace, la Conferenza Episcopale della chiesa cattolica colombiana e la Missione di Controllo dell’ONU in Colombia seguiranno da vicino sia la tregua che i negoziati. A proposito della chiesa cattolica, i vescovi colombiani, durante la loro ultima Assemblea, hanno costituito una Commissione composta da cinque vescovi, presieduta ed animata dall’arcivescovo di Cali, mons. Darío Monsalve, che gode rispetto e considerazione da parte dell’Eln. La Chiesa vuole seguire questo negoziato da vicino, ma non schierata. E’, quindi, un terzo soggetto, che vuole essere al servizio di un negoziato che ha come scopo un ulteriore passo in avanti verso la pace in Colombia.