Continuano ad uscire le rilevazioni delle intenzioni di voto in vista delle elezioni del 4 marzo. L’ultima è quella realizzata da Termometro Politico su un campione di 4.000 intervistati tramite metodo CAWI dal 22 gennaio al 2 febbraio.
di Adriano Manna
Da questi dati, per quanto concerne il campo della sinistra, si assisterebbe ad una leggera flessione per la lista Liberi e Uguali capitanata da Piero Grasso, che si attesta al 5,6% delle preferenze, ben lontano da quel 7% rilevato in alcuni sondaggi ad inizio gennaio ma comunque abbondantemente sopra la soglia di sbarramento.
La lista composta da Mdp, Sinistra Italiana e Possibile sembrerebbe cominciare a soffrire l’affacciarsi sullo scenario politico-elettorale italiano delle altre opzioni alla sua sinistra, a partire da Potere al Popolo, la lista nata dall’incontro tra Rifondazione comunista e movimenti sociali, che raccoglierebbe già l’1,6%.
Prime rilevazioni anche per la lista “Per una sinistra rivoluzionaria” di ispirazione trotskista allo 0,2%, mentre il Partito Comunista di Marco Rizzo viene inserito nella voce “altri” che complessivamente raccolgono lo 0,5%.
Partendo sempre dal presupposto che le rilevazioni elettorali, specialmente in Italia, debbono essere prese “con le pinze” dati i numerosi abbagli registrati nelle occasioni passate, è tuttavia possibile interpretare alcune tendenze di fondo nelle intenzioni di voto che sembrerebbero trovare conferma in tutte le rilevazioni effettuate negli ultimi mesi:
- Il campo della coalizione di centro-sinistra (PD, +Europa, Insieme e Civica popolare) sembra oscillare costantemente tra il 24-26%, ed il flusso di voti in entrata e/o uscita sembra avvenire ormai solamente tra gli stessi membri della coalizione (+Europa della Bonino vede aumentare i propri consensi congiuntamente ad un ulteriore calo della stessa entità da parte del PD di Renzi). La capacità espansiva di quel campo sembra essersi esaurita.
- Liberi e Uguali capitanata da Pietro Grasso ha già intercettato (forse proprio con il lancio della candidatura dell’ex presidente del Senato) i voti in uscita da sinistra dal PD, e anche per la natura stessa del candidato non riesce ad espandersi nell’area del non-voto proveniente da sinistra sembrando così destinata ad accontentarsi di consolidare questo bottino.
- Le liste a sinistra di LeU, in particolare Potere al Popolo, cominciano a raccogliere i voto di quell’elettorato di sinistra che non vede in LeU una chiara alternativa al “renzismo” e quello dei militanti di base delle strutture che hanno dato vita al percorso dal basso, ma non sembrano essere in grado (o semplicemente non avranno il tempo in questa brevissima campagna elettorale e/o i mezzi) di intercettare l’enorme area del non-voto culturalmente di sinistra che continua ad astenersi o a votare per protesta M5S.
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