Di Christine Ahn

 

AARON MATÉ: E’ The Real News. Sono Aaron Maté. The Le Olimpiadi invernali sono cominciate con la cerimonia di apertura a PyeongChang, in Corea del Sud, ma quest’anno i giochi vengono guardati non soltanto per sapere chi potrebbe portare a casa le medaglie d’oro, ma per sapere se possano aiutare a portare la pace alla Penisola Coreana.  Con una dimostrazione di unità, gli atleti della Corea del Nord e del Sud oggi sono entrati alla cerimonia marciando sotto la stessa bandiera. In un altro momento storico, Kim Jo Yong, sorella del leader Nord Coreano Kim Jong-Un, ha stretto la mano al  Presidente Sud coreano Moon Jae-in.

Tutto questo ha ottenuto applausi dalla folla, tranne che da una persona: il Vice Presidente Mike Pence che non ha applaudito ed è restato seduto al suo posto. Prima di arrivare nelle Corea del Sud, Pence ha annunciato che gli Stati Uniti imporranno le sanzioni mai così dure alla Corea del Nord.

Mike Pence: Non permetteremo alla propaganda della Corea del Nord di sottrarre il messaggio e l’immagine dei Giochi Olimpici. Non permetteremo alla Corea del Nord di nascondere dietro lo striscione olimpico la realtà che loro schiavizzano la loro gente e minacciano la regione più vasta. Lasciate che il mondo sappia questo: continueremo a intensificare la nostra campagna di massima pressione fino a quando la Corea del Nord non farà passi concreti verso la denuclearizzazione completa, verificabile e irreversibile. A questo fine, annuncio oggi che gli Stati Uniti d’America presso sveleranno la  serie più dura e aggressiva di sanzioni economiche mai imposte.

AARON MATÉ: Questo è Mike Pence che parlava precedentemente questa settimana. Allora gli Stati Uniti ostacoleranno l’unità coreana in mostra ai Giochi Olimpici? Insieme a me c’è Christine Ahn, fondatrice di Women Cross DMZ  (Le donne attraversano la Zona Demilitarizzata). Christine, benvenuta. Cominciamo oggi con questa  ostentazione di unità. Che cosa pensa del fatto che la Corea del nord e quella del Sud marciano insieme nella cerimonia di apertura?

CHRISTINE AHN: Salve, Aron. E’ incredibilmente rincuorante ed era inimmaginabile, soltanto un mese fa,  che le due Coree si sarebbero sedute insieme per accordarsi di ridurre le tensioni, accettare di mandare atleti della Corea del Nord ai Giochi Olimpici in Corea del Sud, e, naturalmente di sfilare insieme sotto un’unica bandiera coreana. E’ stato fatto altre volte in Olimpiadi passate. Credo che ci siano state quattro volte in cui le due Coree hanno sfilato insieme. Questa è la prima volta che si è fatto sul suolo coreano e, come puoi immaginare, il sentimento dei Coreani di tutto il mondo nel vedere le due Coree sfilare insieme, è incredibilmente rincuorante, e mostra anche la situazione urgente che ha di fronte la Penisola coreana. Ovviamente riceverebbero l’impatto maggiore. I Nordcoreani, se  ci fosse un attacco preventivo degli Stati Uniti, sarebbero devastati, ma porterebbe ovviamente alla devastazione della Corea del Sud,  e quindi hanno un vero incentivo a usare questo momento olimpico per favorire un qualche tipo di riconciliazione e  promuovere il dialogo.

E’, quindi un fatto straordinario e, come hai notato nel tuo esordio, l’unica persona che stava praticamente esprimendo disprezzo per tutto questo è stato Mike Pence. Penso che questo sia un indicatore degli Stati Uniti e di quanto siano un’anomalia in questo momento in cui il mondo sta applaudendo le due Coree e il loro impegno e il loro processo di pace inter-coreano e gli Stati Uniti sono gli unici che stanno praticamente tentando di farlo “deragliare”.

AARON MATÉ: E a queste cerimonie Pence era seduto proprio di fronte a Kim Jo Yong che, come ho detto, è sorella del leader nordcoreano Kim Jung-Un che è in visita. Kim Jo Yong ha stretto la mano al Presidente sudcoreano Moon Jae-in. Stasera c’è anche una cena a cui parteciperà un diplomatico nordcoreano; Pence ha evitato di incontrarsi con lui, ma c’è il simbolismo della sorella del leader nordcoreano che stringe la mano al Presidente Sudcoreano.

CHRISTINE AHN: Sì, Kim Yo Jong è il primo membro della famiglia  Kim a mettere piede sul suolo della Corea del Sud, e quindi è molto significativo e non si può dire che sia soltanto una figura di rappresentanza nella Corea del Nord, perché fa parte della famiglia Kim. In effetti e a capo della industria leggera in termini dell’economia della Corea del Nord, e quindi è una figura molto importante. Penso che sia stato un passo realmente notevole per Kim Jong-Un  accettare di mandare sua sorella in Corea del Sud. Serve, in qualche modo, a normalizzare il popolo nordcoreano e penso che, se tutto va bene, sarà un segno di grande riavvicinamento tra le due Coree. Capisco anche che sia imminente un invito a Moon Jae-in da parte di Pyonyang e che speriamo, andrà in Corea del Nord nel corso dell’anno.

AARON MATÉ: Mi scuso, ho sbagliato a dire il suo nome. E’ Kim Yo Jong, come mi fa notare. Grazie di avermi corretto. Ci può parlare di questo annuncio da parte di Pence,  proprio pochi giorni prima di andare alla cerimonia, riguardante le sanzioni più rigide mai imposte alla Corea del Nord, e di quale è già la realtà delle sanzioni alla Corea del Nord e di che cosa pensa che significhi che Pence promette di aumentarle?

CHRISTINE AHN: Ebbene, fondamentalmente è una politica di strangolamento. Sappiamo che gli Stati Uniti hanno delle sanzioni contro la Corea del Nord. Le hanno

attuate fin dalla Guerra di Corea che è terminata nel 1953, ma queste nuove serie di sanzioni non sono sanzioni intelligenti. Non sono dirette al  regime nordcoreano in termini di beni di lusso, oppure non sono dirette al suo programma di missili nucleari. Lo scopo dichiarato di queste sanzioni è quindi di costringere alla denuclearizzazione della Corea del Nord, e lo sappiamo perché gli Stati Uniti minacciano un attacco preventivo, la sua strategia del sangue dal naso* che costringerà la Corea del Nord a    le loro armi nucleari.

Ma il fatto è che sta avendo effetti deleteri sulla gente, sulla popolazione civile, sulle persone più vulnerabili, sulle donne e i bambini della Corea del Nord. Ero proprio a questo incontro all’UN Church Center (Organizzazione non profit a New York, Stato di New York) con rappresentanti della società civile, con medici, studiosi di legge, esperti di economia politica che parlavano dei vari modi in cui la sanzioni hanno un impatto sui Nordcoreani. E’ una situazione disperata.  Voglio dire che in Corea del Nord morirà un bambino al giorno a causa degli effetti di queste sanzioni: l’UNICEF ha pubblicato un rapporto il proprio il mese scorso che diceva che 60.000 bambini Nordcoreani potrebbero morire di fame come conseguenza di queste sanzioni.

Non è,  quindi l’alternativa alla guerra. E’ una guerra lenta che si sta intraprendendo contro la gente in Corea del Nord e noi abbiamo la responsabilità come comunità globale di respingerla. E’ amorale, immorale e la Corea del Sud vuole cominciare l’iniziativa di inviare aiuti umanitari. Quello che ho capito  al convegno a Vancouver quando il Ministro degli Esteri Kang-Kyung-wha della Corea del Sud ha detto che voleva ripristinare gli aiuti umanitari e mantenere questo impegno che Moon Jae-in ha fatto all’Assemblea Generale lo scorso settembre di mandare 8 milioni di dollari di aiuti umanitari alla Corea del Nord, è che a questa proposta erano in sostanza contrari gli Stati Uniti, il Regno Unito e il Giappone.

Credo che questi paesi debbano essere sfidati per le loro politiche draconiane. Se vogliono la morte dei bambini nordcoreani, allora questa politica di massima pressione è la soluzione, ma non penso che vogliano quel genere di sangue sulle loro mani, e quini è nostra responsabilità come comunità globale di far loro sapere come sono pericolose queste sanzioni e che, di fatto, causano la morte di persone innocenti.

AARON MATÉ: Christine, hai parlato di questa cosiddetta strategia del sangue dal naso che sembra sia stata formulata dal Consigliere della Sicurezza Nazionale, H.R. Meister che chiedeva dei cosiddetti attacchi limitati contro la Corea del Nord. Ora, curiosamente, una persona che si è dichiarata contrario questa idea è Victor Cha che si diceva essere la scelta dell’Amministrazione Trump come nuovo ambasciatore degli Stati Uniti in Corea del Sud, fino a quando ha dichiarato di opporsi alla strategia del naso che  sanguina. E ora sembra che la nomina sia stata accantonata. La cosa interessante è che Victor Cha non è affatto un pacifista. Intendo dire che è noto come un interventista. Mi chiedo quindi che pensi che significhi il probabile ritiro della sua nomina secondo il pensiero dell’amministrazione Trump proprio adesso.

CHRISTINE AHN: Penso che sia un segnale molto pericoloso di dove si sta dirigendo questa amministrazione. Ci hanno detto molto francamente che c’è al vaglio l’opzione militare, ma, dato che non è stato possibile confermarlo, perché non poteva avallare la strategia del naso che sanguina non poteva avallare un attacco preventivo, penso che questo dica molto sull’enorme quantità di lavoro che dobbiamo fare per dire: “Nessuna nuova guerra di Corea. Nessuna guerra alla Corea del Nord,”

che sarebbe proprio devastante per tutti i paesi nella regione.

E abbiamo imparato dall’Iraq, dall’Afghanistan, dal Vietnam che non esiste un attacco di precisione. E, dato il fatto che sappiamo che la Corea del Nord ha un arsenale nucleare di almeno 20 armi nucleari, non sarà una cosa facile. Penso che ci sia questa grave idea sbagliata che la Corea del Nord è una minaccia per il mondo. Quello che sappiamo è che l’ex Ammiraglio del Comando del Pacifico ha detto nella sua testimonianza al Senato proprio la settimana scorsa, che la Corea del Nord non è una minaccia. Abbiamo dato troppo credito all’idea che regime nordcoreano fosse una minaccia per il mondo.

E quindi penso che questo sia il messaggio. Vivo alle Hawaii, e si è saputo che il Comando del Pacifico dice che c’è una possibilità dello 0,1% che la Corea del Nord lanci un primo attacco. Il nostro compito come popolazione di cittadini statunitensi e come persone preoccupate per una nuova guerra contro la Penisola coreana deve essere di esortare i nostri membri del Congresso ad assicurarci che l’amministrazione Trump non lanci un primo attacco incostituzionale contro la Corea del Nord. Questo è il modo di impedire una guerra e ovviamente, proprio adesso, con l’incredibile processo di pace che è in corso, che è stato permesso dalla tregua olimpica, dobbiamo chiedere un seguito di questa tregua.

La Corea del Sud ha richiesto che gli Stati Uniti smettano le loro esercitazioni militari che si supponeva avessero luogo durante le Olimpiadi, e gli Stati Uniti sono stati d’accordo, e quindi penso che dobbiamo chiedere che gli Stati Uniti continuino la tregua olimpica. C’è stato un momento in cui le cose si sono calmate. Non c’è stato un test nucleare o missilistico fatto dalla Corea del Nord. Si supponeva che l’altro giorno gli Stati Uniti testassero un ICBM (Missile balistico intercontinentale), ma hanno deciso di non farlo. Penso quindi che dobbiamo continuare con le nostre richieste di dialogo e con le nostre richieste di estendere la tregua olimpica.

AARON MATÉ: Christine, intendo dire che questo è un punto che non può sottolineato mai abbastanza, tu l’hai fatto instancabilmente, cioè che la Corea ha sempre fatto o ventilato la proposta di una sospensione del suo programma nucleare se gli Stati Uniti avessero sospeso in permanenza quelle esercitazioni militari al confine che tu hai appena citato. Quindi, brevemente, quali sono le prospettive di una soluzione a lungo termine se gli Stati uniti dovessero considerare di accettare quella proposta da parte della Corea del Nord?

CHRISTINE AHN: va bene. Nel 2015, la Corea del Nord ha suggerito che avrebbe congelato il suo programma nucleare e missilistico e i test, se, in cambio, gli Stati Uniti e la Corea del Nord mettevano fine alle loro esercitazioni militari. In base a tutte le indicazioni, credo che alla Corea del Sud piacerebbe farlo ma devono affrontare un’enorme pressione da parte degli Stati Uniti; un’altra cosa che penso sia importante dire e che è stata sottolineata a questo incontro di rappresentanti della società civile che lavorano circa Corea del Nord, è che questa ha detto che si impegna nella denuclearizzazione, fino a quando anche gli altri paesi, specialmente quelli che fanno parte del Consiglio di Sicurezza, si impegnano nella denuclearizzazione.

Non dico che questo è una contropartita, e dovremmo, ovviamente chiedere una Penisola Coreana denuclearizzata, ma questo è un primo passo se potessimo mettere d’accordo le due parti sull’iniziativa: “la sospensione in cambio di sospensione”    che è stato appoggiato dalla Russia, dalla Cina e dalla Corea del Sud. Molti consiglieri di alto livello dell’amministrazione di Moon Jae-in lo hanno approvato e sostenuto: il più importante di loro è Moon Chung. Penso che in questo momento di speranza e di chiarezza e di possibilità che fa parte di questo momento olimpico, dobbiamo continuare i nostri appelli globali  che questo  è un primo passo. “La sospensione in cambio di sospensione” potrebbe portare a un più lungo processo vero la denuclearizzazione della Corea.

AARON MATÉ: Christine Ahn, Coordinatrice Internazionale e fondatrice  of Women Cross DMZ*, grazie .

CHRISTINE AHN: Grazie Aaron.

AARON MATÉ: E grazie per essere stata con noi su The Real News.

http://www.gazzettadiparma.it/news/italia-mondo/275376/coree-attiviste-pace-attraversano-zona-tra-nord-e-sud.html

*http://it.blastingnews.com/politica/2018/02/il-bloody-nose-degli-stati-uniti-contro-kim-jong-un-che-cose-002337559.html

Nella foto: Christine Ahn, a destra di Gloria Steinem, durante l’iniziativa di attraversare la DMZ.

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/trump-pence-rain-on-koreas-olympic-unity-parade

Originale: The Real News

Traduzione di Maria Chiara Starace

Traduzione © 2018 ZNET Italy – Licenza Creative Commons  CC BY NC-SA 3.0

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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