«Sono venuto a Napoli a imparare, qui fate la lotta per la rivoluzione in Europa»: Jean-Luc Mélenchon, leader di France Insoumise, esordisce così dal palco del teatro popolare dell’Ex Opg Je so’ pazzo. Mélenchon a gennaio ha ospitato a Parigi Potere al Popolo, ieri è arrivato con una delegazione di medici di Marsiglia per far coincidere il racconto con la prassi, per verificare cioè come a Napoli si coniuga politica e impegno sociale. Un’esperienza che La France Insoumise vorrebbe replicare proprio a Marsiglia.
La prima tappa è stata dal sindaco Luigi de Magistris per discutere di acqua pubblica, beni comuni e di debito odioso. Il comune è gravato da circa 90 milioni lasciati dal commissariato per il terremoto del 1980 e circa 27 dal commissariato per l’emergenza rifiuti, il governo aveva promesso di intervenire ma il dossier è rimasto sul tavolo così il sindaco manifesterà a Roma il 21 febbraio.
Il pomeriggio è però dedicato all’Opg. Ieri era di turno lo sportello legale e Mélenchon si è fermato ad ascoltare le storie dei migranti e la loro condizione in Italia, è stata poi la volta dei ragazzi al doposcuola, infine spazio ai medici: in due anni l’ambulatorio ha assicurato più di 1.500 visite gratuite in una città dove la Sanità sta scivolando fuori dall’universalismo e le prestazioni pubbliche sono gravate dai ticket più alti d’Italia. In platea ad ascoltare il leader di France Insoumise, Sabina Guzzanti e Alberto Lucarelli, il docente di diritto ex assessore comunale che curò la trasformazione della Spa che si occupava della distribuzione dell’acqua in azienda speciale. «Abbiamo bisogno di voi, abbiamo bisogno dell’Italia per cambiare l’Europa verso una società più uguale – attacca Mélenchon -. Le forme tradizionali della socialdemocrazia, del comunismo e del neoliberismo non sanno più dare risposte. Negli ultimi 20 anni abbiamo subito la distruzione di ogni struttura solidaristica. I governi hanno messo lavoratori contro lavoratori, autoctoni contro migranti, hanno alimentato la violenza tra i popoli lasciando spazio alla destra, che si è inserita nei conflitti. Dobbiamo mandare a casa i governi europei che difendono il capitale contro il popolo».
La France Insoumise alle presidenziali francesi ha sfiorato il 20%, contro il 6% del partito socialista. Mélenchon invita la sinistra ad aver coraggio: «In Spagna ci hanno messo circa sette mesi per fare un governo, sei mesi in Germania per fare le larghe intese quando la Spd aveva giurato che non le avrebbe più fatte. Anche in Italia si rischia di andare in quella direzione. Basta scegliere ’il male minore’. La nostra storia è racchiusa in ’potere al popolo’, riempiamo questa frase di significato. L’Europa ci vuole imporre i pesticidi, il governo francese vuole sviluppare il nucleare, sono politiche contro l’ecosistema. L’Europa si fa guidare dagli Stati uniti e decide che il nemico è la Russia, allineandosi alle politiche Nato che preparano le prossime guerre. Diciamo no alla Nato, difendiamo la pace».
Viola Carofalo, capo politico di Pap, riassume il terreno comune con France Insoumise: «Equità sociale, diritto a un lavoro degno, accesso ai servizi per tutti: la nostra lotta nasce sui territori, vogliamo portarla a un livello nazionale ma molti attacchi arrivano da Bruxelles, è necessario un piano di lotta comune in Europa». A Mélenchon le conclusioni: «In Francia esiste il mito della coppia franco tedesca, ma la Germania sta portando avanti una politica per una popolazione vecchia, ricca e capitalista. La ricetta è aumentare la rendita e abbassare i salari. Il modello tedesco non è stato capace di abolire la povertà: è fatto per quelli che hanno ricchezze». E sui migranti: «Stiamo producendo immigrati perché produciamo guerre. C’è anche un’emigrazione europea più silenziosa che parte dalla Grecia, dalla Spagna per ragioni molto simili, la ricerca di una vita migliore. Con Potere al Popolo, Podemos, Unità popolare in Grecia e Die Linke potremo cambiare l’Europa».
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