“Noi siamo stati nettissimi e unanimi: DemA non si schiera per queste elezioni. Lo faremo quando ci candideremo alle prossime elezioni europee, regionali e nazionali. Esprimo simpatia politica per Potere al Popolo perché è un naturale prodotto politico dell’esperienza napoletana: sono giovani che ammiro per il lavoro sociale che fanno da attivisti all’Ex Opg. Che sia l’unica novità alle elezioni è un fatto oggettivo. Dopo il 4 marzo, rappresenterà una gamba dal basso del progetto politico comune.”
A queste elezioni salterà il giro, ma il sindaco di Napoli è già pronto per lanciare un suo progetto nazionale. Il primo banco di prova saranno le Europee 2019. Secondo lui esiste uno spazio politico da aggredire tra lo sgretolamento delle sinistre, le contraddizioni del M5S e l’alto astensionismo: “Vogliamo far capire che si può coniugare la rottura di un Sistema con l’affidabilità di governo”. Le priorità? “Questione morale, beni comuni e lotta alle disuguaglianze”. E il 21 febbraio scenderà in piazza a Roma contro il debito “illegittimo” di Napoli.
intervista a Luigi de Magistris di Giuseppe Manzo
“Abbiamo deciso di non fare campagna elettorale, a queste elezioni nazionali passiamo il turno”. Luigi de Magistris non ha dubbi. Non è il momento. Non c’è niente che lo entusiasmi in giro. Qualche apprezzamento giunge giusto per Potere al Popolo considerato un “naturale prodotto del laboratorio napoletano”. Forse voterà per loro, ma non conferma. Di certo, attacca a testa bassa il dalemismo di Liberi e Uguali e i vertici del M5S. Intanto è pronto a scendere in piazza a Roma, il prossimo 21 febbraio, per i debiti (secondo lui illegittimi) del Comune di Napoli e guarda già al dopo 4 marzo. Al suo progetto nazionale. Per maggio sta preparando il primo congresso di DemA, la sua associazione, e una lista per le Europee 2019 insieme a Diem25 di Yannis Varoufakis e altre formazioni della sinistra europea di movimento. La sua discesa in campo è pianificata. È un Luigi de Magistris a tutto campo che parla a MicroMega e, per la prima volta, lo fa in un’intervista sulle imminenti elezioni politiche.
Sindaco, come mai una manifestazione a Roma quando mancano 10 giorni dalle elezioni? Vuole mandare un messaggio in piena campagna elettorale?
Dall’Epifania abbiamo un pignoramento in corso. Ho scritto al presidente Gentiloni 20 giorni fa e l’ho anche incontrato di persona, ho atteso ancora qualche giorno ma dal Gabinetto della presidenza del Consiglio non sono arrivate risposte. Parliamo di un debito quasi esclusivo dello Stato, un debito che risale al terremoto dell’Irpinia del 1981 che il governo non ha estinto ed è una situazione cha va avanti da troppo tempo con le casse pignorate per 6 mesi nel 2017. Chiamiamo i partiti ad una responsabilità pubblica utilizzando l’appuntamento elettorale per porre la questione del debito che strozza i Comuni. Questo è un tema di cui le forze di governo devono assumersi la piena responsabilità.
Si vuole anche porre il caso Napoli, inteso come laboratorio politico, che ha un sindaco fuori da tutti i partiti e schieramenti?
Non è una coincidenza che il tema del debito illegittimo lo ponga Napoli perché la città in questi 7 anni ha rappresentato un’esperienza anomala e, forse, è l’unica che può esprimere una posizione così netta nel pieno della campagna elettorale. Siamo fuori dagli schemi tradizionali. Il tema del debito e del soffocamento degli enti locali lo condividono anche tanti miei colleghi sindaci ma non possono indire con la stessa determinazione una manifestazione a Roma. Qui c’è un protagonismo politico del laboratorio Napoli.
Continua…
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