di Franco Astengo
La crisi della democrazia rappresentativa non è mai apparsa così evidente come nella situazione italiana attuale, inasprita per di più da regole elettorali pasticciate, incongrue e incostituzionali.
E’ questo lo scenario che si presenta in vista delle elezioni del 4 marzo: la risposta che i corifei dell’eterno establishment stanno cercando è quella del trasformismo parlamentare, di una “grosse koalition” che comprenda gran parte dei soggetti presenti nell’emiciclo di Montecitorio e in quello di Palazzo Madama.
I “nanetti” della nuova solidarietà nazionale (molto diversa dalle già previste “larghe intese”) si sosteranno l’uno con l’altro utilizzando vari voltagabbana di turno come apertamente auspica Antonio Polito dalle colonne del “Corriere”.
Obiettivo: mantenere i provvedimenti assunti nel corso di questi anni dalla “Fornero” al “Job Act” (come vuole la Confindustria) ,accelerare quella che viene definita “la prosecuzione delle riforme” per una politica che potrebbe essere definita con una parola come antipopolare e soprattutto mantenere l’assoluta sudditanza ai diktat dell’Europa dei banchieri e della Trojka con la benedizione della “grossekoalition” tedesca e dell’ultrà liberista Macron (tutto in nome della lotta a presunti “populismi” : lotta altrettanto presunta della quale dovremmo farsi garanti anche soggetti del tipo M5S, ormai maturi per saltare sul carro degli eterni padroni).
Questo quadro, descritto schematicamente ma realisticamente, propone la necessità di un grande impegno: quello destinato a realizzare una presenza istituzionale, nel Parlamento Italiano, collocata attorno ad un progetto di coerente opposizione.
Un’opposizione “sistemica” capace di prefigurare l’alternativa e collegata, sul piano sociale, con le istanze più dirette delle stridenti contraddizioni in atto attraverso le quali si esaltano le disuguaglianze e le sofferenze delle masse popolari.
Così si può descrivere la situazione che abbiamo di fronte: ben oltre le analisi più raffinate che pure è necessario elaborare e che ci parlano di “rivoluzione passiva” e di “guerra di posizione” .
E’ il tema dell’opposizione politica posta in diretta relazione con le insorgenze sociali: sicuramente quello centrale in questa fase della “modernità inestinguibile” della lotta di classe da far valere in questa difficile prospettiva elettorale.