Napoli, un pezzo di città sequestrata per garantire lo spazio a Casapound e un corteo antifascista caricato a freddo
da Napoli, Nicola Angrisano
immagine dal profilo facebook di Nicola Angrisano
Chi sono i “manigoldi”!?
Il Questore di Napoli (su mandato del ministro dell’Interno?) ha sequestrato ieri un pezzo di città con un costoso e imponente dispositivo militare: centinaia di poliziotti, blindati, idranti, elicotteri e le reti metalliche che chiudevano totalmente via Galileo Ferraris. La strada di accesso a Napoli interdetta al traffico dal primo pomeriggio come se fosse in programma un qualche vertice internazionale. E invece tutto questo era per permettere la vergognosa esibizione del leader di un gruppo neofascista come Casapound a pochi giorni dalla tentata strage razzista di Macerata e dal suo personale e pubblico sostegno alle “ragioni” del pistolero fascioleghista Luca Traini. E poi De Iesu dice che gli antifascisti non hanno rispettato la città!?
Ciò malgrado centinaia di antirazzisti e antifascisti hanno risposto a un appello d’urgenza e in una piovosa domenica pomeriggio hanno dimostrato che come a Macerata e in decine di altre città c’è un pezzo di questo paese che si ribella all’idea di considerare “normale” l’agibilità a neofascisti e neonazisti, mazzieri e pistoleri razzisti.
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Un corteo sicuramente determinato ad affermare il proprio diritto a manifestare malgrado una presenza asfissiante e pressante di polizia (chissà perchè visto che via Galileo Ferraris era sicuramente inaccessibile), che però ha percorso pacificamente le strade del quartiere per fare informazione antirazzista e antisessista. Chi c’era, compresi gli operatori dell’informazione, hanno visto come la manifestazione ha evitato sistematicamente lo scontro frontale con l’apparato militare disposto dalla Questura e ad un certo punto lo ha semplicemente aggirato, con vari cambi di direzione, superando piazza Garibaldi e arrivando di fronte alle reti di ferro, per denunciare la blindatura della città in favore dei neofascisti. In quel momento, raggiunto l’obiettivo, abbiamo semplicemente chiesto al dirigente in piazza di lasciar passare e far continuare e defluire il corteo lungo Corso Arnaldo Lucci. Invece “senza alcun motivo scatenante” i manifestanti sono stati caricati sia dalla testa che dalla coda, chi era andato ad interloquire ha rischiato l’investimento dai mezzi blindati.
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Giovani aggrediti e pestati a freddo e soltanto dopo un pezzo di corteo che cercava di proteggersi verso il parcheggio dei pullman ha lanciato alcuni petardi per rallentare la carica (quindi correttezza vorrebbe che i giornali scrivessero non “bombe carta contro la polizia” ma “cariche e pestaggi della polizia, i manifestanti reagiscono lanciando dei petardi” se non avete qualcuno sul posto almeno non informatevi solo con le veline della questura). I pochi fotoreporter ancora presenti (e gli stessi video) potranno testimoniare.
Quando il Questore de Iesu parla di “manigoldi” (!) forse si riferisce a un suo vicequestore dirigente di piazza che esibiva nei comportamenti un palese stato d’alterazione mentale. Forse si riferisce alle cariche a freddo, ai manganelli al contrario, alla testa aperta di una ragazza, al naso spaccato di un altro, alla mano spaccata di un altro ancora. Forse si riferisce alla vergognosa esibizione muscolare con cui il suo vicequestore ha messo 23 persone faccia al muro con il reparto celere alle spalle, come in una brutta parodia di uno Stato totalitario!
23 ragazze e ragazzi che sono parte della migliore gioventù, quella che non si rassegna al cinismo e al quotidiano avvelenamento televisivo che invita a far la guerra a poveri e migranti. E che tutte e tutti noi dobbiamo preoccuparci di sostenere ancora di più se non vogliamo invece finire col vivere in uno Stato sempre più preoccupante…
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