FRANCESCO CECCHINI

Siamo operai, compagni braccianti e gente dei quartieri siamo studenti, pastori sardi, divisi fino a ieri               

Lotta, lotta di lunga durata                                                         

lotta di popolo armata                                                              

Lotta continua sarà                                                                          

Inno di Lotta Continua.

Nel lontano marzo 1963 alla Normale di Pisa uno studente, Adriano Sofri, chiese al segretario del Partito Comunista Italiano, Palmiro Togliatti,: “Perché non avete provato a fare la rivoluzione?” Togliatti non rispose alla domanda. Sei anni dopo Adriano Sofri fondò Lotta Continua che dal 1969 fino al congresso di scioglimento, tra il 31 ottobre e il 5 novembre 1976, a Rimini, provò a fare la rivoluzione in Italia. Il mio rapporto con Lotta Continua è stato tardivo e saltuario. Nel 1974 a un convegno a Roma del Manifesto conobbi Edgardo Enriquez, fratello di Miguel. Con lui sempre a Roma partecipai a una manifestazione contro il golpe militare in Cile. Già da prima prendevo parte, come potevo e con discontinuità, a una campagna nazionale, organizzata da Lotta Continua, Armas por el MIR, Movimiento de Izquierda Revolucionaria. La campagna iniziò nel 1973 e raccolse diversi milioni. Dal Cile corrispondeva Paolo Hutter. Anche allora più che alle fabbriche italiane guardavo a latinoamerica, dove la rivoluzione si faceva. Leggevo, fin dal  secondo numero il giornale di Lotta Continua, prima settimanale e poi quotidiano. Lotta continua apparve in edicola con la testata rossa e il pugno chiuso nel novembre del 1969. Lo scopo principale era quello di ” Saldare le lotte operaie con quelle degli studenti, dei tecnici, dei proletari più in generale, in una prospettiva rivoluzionaria.”, in armonia con la parola d’ordine, Prendiamoci la Città. Il giornale continuò dopo lo scioglimento di Lotta Continua, organizzazione politica, fino al 1982, facendo un buon giornalismo d’informazione e di intrattenimento, che rifletteva anche sulla dimensione personale dei lettori L’archivio dei numeri di Lotta Continua si trova presso la Fondazione Erri De Luca.

http://fondazionerrideluca.com/web/archivio-lotta-continua/

Lotta Continua ora è ritornato, a 49 anni dalla fondazione. è uscito il Numero uno, gennaio 2018.  Avrà forma cartacea, sarà mensile e armato di parole scritte per informare e colpire politicamente. Come dichiara il collettivo militante redazionale la redazione: “Sarà un periodico che si confronta con le crisi (economiche, ecologiche, umanitarie, culturali, sociali) che attraversano il nostro sistema sociale, che si misura con le logiche emergenziali diventate oramai forme di vita normali del capitalismo moderno. L’emergenza, lo shock, l’eccezione, la crisi trasformate in meccanismi per creare profitti e controllo sociale. Assumeremo lo sguardo e il punto di vista delle classi subalterne, di chi vive in basso, pensando e agendo da “partigiani” nel senso che Gramsci diede a questo termine.”  Per riceverlo, sostenerlo e collaborare scrivere a: elleci-red@libero.it o a

comunardo-red@gmail.com

 

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

6 pensiero su “LOTTA CONTINUA E’ TORNATA.”
  1. Cari compagni, ricevo il giornale e vi ringrazio, ma sono un pensionato con mille difficoltà e non posso contribuire ai costi… inevitabili.
    Ho militato ne il Potere Operaio di Pisa ai tempi di Adriano, Cazzaniga,Moreno-Melazzini, Nissim ed altri compagni ed intervenivo alla Italsider di Piombino….poi il PCI mi buttò fuori dal lavoro su suggerimento dei Carabinieri, con i quali erano in “comunione di sensi”, nel frattempo maturai idee anarchiche perché non condividevo il metodo dirigistico, pur riconoscendo ai su detti compagni capacità intellettuali e politiche.. Ho continuato ad intervenire in Comitati, Collettivi a Firenze, in Toscana, facendo conoscenza di compagni bravi, “generosi” ma che facevano una “Fuga in avanti” e mi sono trovato anche nelle patrie galere 😉 ! Oggi ho 79 anni, non faccio più “interventi”, ma leggo molto e trovo Lotta Continua un buon giornale di informazione e di analisi, ma temo che sia poco ricettivo per le persone alle quali “vogliamo bene ” e meno acculturate o in difficoltà di fronte a colonne di “piombo”. Un abbraccio sincero e fraterno. Gianni Landi

  2. Giusto lottare continuamente contro i soprusi specialmente sui Lavoratori in nero esempio delle piscine comunali italiane a rischio di covid19 e altre malattie trasmissibili con i clienti stessi e viceversa con i lavoratori sportivi fantasma in NERO che sono senza tutele senza contratto nazionale senza visite mediche periodiche obbligatorie,senza DPI , senza corsi sicurezza sul lavoro senza Inail e Inps che comporta a il NON avere cassa integrazione né indennità di disoccupazione sottopagati a una paga neppure al minimo caporalato ecc.ecc. tra le tante piscine comunali italiane coinvolte anche quella di Mondovì. Seguit a livello nazionale da CGIL NIDIL Roma e CGIL NIDIL Cuneo . I Comuni sanno e sapevano di codesti pericoli e soprusi suo Lavoratori ma se ne sono lavati le mani sporche a vicenda con le gestioni delle piscine comunali creando pericoli per tutti soprusi e danni continui !!! Siamo nel 2020 tra poco nel 2021 ma questa è un Italia delle tante vergogne ! Mettendo a rischio i lavoratori in nero costretti al nero se si vuol lavorare nelle piscine comunali..si mette a rischio i clienti delle piscine che sono ignari dei pericoli da contatto sopra descritti e i clienti sono bambini atleti turisti !! Delegato CGIL NIDIL Sergio Morando

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