MOHAMED DIHANI E OMAR ZEIN BACHIR
I giovani Saharawi disoccupati affrontano un futuro incerto sotto l’attuale amministrazione del Sahara Occidentale. L’amministrazione del regno del Marocco commette l’abuso di privare la gioventù Saharawi dei diritti garantiti dal diritto internazionale e dal diritto umanitario. Oggi i giovani Saharawi non possono nemmeno sperare di raggiungere gli obiettivi basilari dell’esistenza umana a causa dell’esclusione e del razzismo da parte delle istituzioni e delle amministrazioni marocchine che ne ostacolano le giuste ambizioni. I Saharawi, compresi i figli e le vedove dei pensionati di Phosboucraa, hanno lottato per realizzare le loro legittime richieste, garantite dalla legge, incontrando solamente la repressione, l’intimidazione, l’esclusione e la discriminazione da parte del Marocco. In conseguenza di questa situazione, un gruppo di giovani disoccupati Saharawi si è riunito e ha formato l’Associazione Saharawi “Il regolamento 6” con lo scopo di difendere i loro diritti e portare avanti le loro richieste in tutti i modi legali e possibili. La nuova strategia pacifica nella fase attuale si articola come segue:
1) promuovere campagne mediatiche a livello internazionale per informare della reale situazione di emarginazione e discriminazione dei Saharawi, alla quale corrisponde il saccheggio continuato della ricchezza naturale del Sahara Occidentale, di cui è principale responsabile la compagnia Phosboucraa, società registrata sotto la legge marocchina e interamente controllata dalla OCP. 2) esporre la falsità delle affermazioni della società Phosboucraa che, in varie occasioni e con una dichiarazione del Direttore Generale dell’ OCP, ha dichiarato che tutte le entrate derivanti dall’attività dell’azienda vanno a vantaggio del popolo del Sahara Occidentale e che – si legge in una notizia dell’agenzia ufficiale marocchina – il numero di dipendenti e impiegati Saharawi nella Phosboucra è vicino al 70%. Sottolineiamo con forza che tale dato non risponde in alcun modo alla verità. 3) affrontare la Phosboucraa con tutti i metodi pacifici che riterremo di volta in volta appropriati per consentirci di raggiungere gli obiettivi dell’Associazione. In conclusione, facciamo appello a tutte le persone libere del mondo, alle associazioni internazionali, alle organizzazioni e ai sindacati solidali con i giovani Saharawi: chiediamo sostegno per sconfiggere l’emarginazione, l’esclusione e la discriminazione. Auspichiamo altresì la condanna internazionale della politica di saccheggio delle risorse, che avviene senza che mai gli organi rappresentativi dei Saharawi siano informati o interpellati.