Giovanni Di Fronzo
Si profila un disastro ad Afrin. Nelle scorse settimane le difese delle Ypg/Ypj curde, accompagnate dalle Forze di Difesa Nazionale (NDF) legate al governo siriano sono rapidamente collassate di fronte all’avanzata dell’esercito turco e dei suoi proxy, nonché di fronte ai martellamenti dell’aviazione di Ankara, portati nell’ambito dell’operazione “ramo di ulivo” con lo scopo di rimuovere il cosiddetto Cantone di Afrin a guida del ramo siriano del Pkk; attualmente le forze filo-turche si trovano alle porte di Afrin (800 metri secondo alcune fonti, 2 km secondo altre) e sono sul punto di dividere in due la sacca in mani curde.
Al momento la situazione non sembra avere sbocchi: si avvicina una battaglia urbana sanguinosa con le forze filo-turche in netto vantaggio di uomini e mezzi; a nulla sono valsi i rinforzi giunti a migliaia ad Afrin dalle altre aree che le SDF controllano per conto degli USA; tale afflusso nel nord-ovest del paese di miliziani delle Ypg, fra l’altro, hanno costretto nei giorni scorsi i comandi militari yankee a dichiarare che la fase offensiva della battaglia contro l’Isis nelle aree orientali della Siria è sospesa per mancanza di uomini (si è trattata della prima ammissione aperta da parte della coalizione a guida USA che le Ypg sono in pratica l’unica forza militare efficace nell’ambito delle SDF, cosa che tutto il mondo sapeva ma, per l’appunto, non era mai stata ammessa apertamente per salvare le forme nei rapporti con la Turchia). A nulla è valso anche il limitatissimo accordo con il governo di Damasco che ha portato allo schieramento ad Afrin delle NDF, milizie che, essendo forze popolari per lo più volontarie non parte integrante dell’esercito siriano, sono state colpite dall’aviazione turca senza alcuna remora.
Continua…