Ci sono buche nelle strade di Roma? Immagino di sì, perché ce ne sono nelle strade di tutte le città, piccole e grandi, del nostro paese. Ci sono più buche nelle strade di Roma rispetto a quelle che ci sono nelle altre città? Non so, ma certamente a Roma abitano più giornalisti e più rompicoglioni – a volte le due categorie possono anche coincidere – che nelle altre città. E siccome non ci frega nulla del bene comune, ma a ciascuno di noi importa solo della buca che abbiamo davanti a casa nostra, il fatto che tanti giornalisti abitino nella capitale fa sì che a Roma sembra ci siano più buche che in qualsiasi altra città d’Italia. Peraltro avviene qualcosa di simile anche nelle nostre città: ci sono più buche nelle vie dove abitano il farmacista, la barista, il corrispondente della gazzetta locale, oppure in quelle dove abitano i cittadini che telefonano ogni giorno in Comune per dire che ci sono le buche. Ci sono più buche nelle strade di Roma da quando c’è Virginia Raggi? Non so, ma sarei tentato di dire di no, semplicemente ci sono più notizie sulle buche, perché i giornalisti a servizio degli avversari del partito della Raggi credono che questo sia un argomento per indebolirlo: peraltro si tratta di una strategia che non si è rivelata particolarmente efficace, come hanno dimostrato le recenti elezioni.
Le buche sono un problema? Certo, a Roma come in in tutte le altre città, piccole e grandi. E se fosse un problema risolvibile basterebbe eleggere un bravo sindaco. Ma evidentemente non è neppure questa la soluzione possibile, perché anche dove ci sono sindaci bravi ci sono le buche.
Ci sono le buche perché in genere le strade sono fatte male, perché gli enti proprietari delle strade hanno sempre meno soldi per farle. Hanno meno soldi e meno poteri i Comuni, che pure sono i proprietari di tante strade, e non parliamo delle Province che, pur avendo ricevuto in carico molte strade grazie al bizzarro federalismo italiano, sono state successivamente quasi abolite. Poi quando qualche ente trova i soldi per fare una strada per lo più non ha i tecnici competenti per seguirne l’esecuzione e di questo si approfittano i privati che fanno male quello che dovrebbero bene, facendoselo pagare a carissimo prezzo. E quando gli enti hanno i tecnici competenti hanno di fronte così tante regole inutili – vedi alla voce Cantone – da spingerli a fare il loro lavoro meno bene di come sarebbero capaci. Poi non parliamo dei casi in cui i tecnici sono ladri e capaci e di quelli, più frequenti dei precedenti e più dannosi, in cui sono ladri e incapaci. Stante così le cose è difficile che una strada venga realizzata come Dio comanda. E una strada fatta male si romperà prima.
Poi c’è la manutenzione. Gli stradini comunali sono una razza in via di estinzione, sono ormai più rari dei panda e comunque quei pochi che ci sono non sono così tutelati come quei simpatici plantigradi. Ci hanno spiegato che non era economico che i Comuni gestissero direttamente la manutenzione stradale con il proprio personale e così questo servizio – come ogni altra manutenzione – è stata affidata ai privati, magari con un bel contratto di global service. Fare manutenzione significa letteralmente far sì che una cosa non si rompa e i cantonieri avevano tra l’altro anche questo compito. I privati di un global service invece non hanno interesse che una strada non si rompa, anzi – dal momento che vengono pagati a intervento – hanno interesse che ci siano più buche, che loro, più o meno prontamente, andranno a richiudere. Anche ammesso che i privati che curano la chiusura delle buche stradali lavorino bene – ma anche in questo caso vale il discorso fatto prima per gli appalti di costruzione delle strade – è proprio il concetto stesso a essere perverso: bisogna far guadagnare i privati e quindi bisogna che ci siano le buche. Per altro – e non è un aspetto secondario – tutti questi guadagni vanno ai padroni delle aziende, perché i lavoratori vengono pagati pochissimo – anzi i guadagni sono così alti proprio perché i lavoratori vengono pagati così poco – e i lavoratori che sono pagati poco in genere lavorano male, anche perché spesso non sanno fare quel lavoro per cui vengono assunti; ma questo non interessa ai loro padroni, il cui unico scopo non è chiudere le buche, ma i bilanci in attivo.
Ci sono troppe persone che lucrano sulle buche per pensare che un sindaco possa risolvere il problema. Avete voluto la buca? Adesso cadeteci dentro.

 

 

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Di Luca Billi

Luca Billi, nato nel 1970 e felicemente sposato con Zaira. Dipendente pubblico orgoglioso di esserlo. Di sinistra da sempre (e per sempre), una vita fa è stato anche funzionario di partito. Comunista, perché questa parola ha ancora un senso. Emiliano (tra Granarolo e Salsomaggiore) e quindi "strano, chiuso, anarchico, verdiano", brutta razza insomma. Con una passione per la filosofia e la cultura della Grecia classica. Inguaribilmente pessimista. Da qualche tempo tiene il blog "i pensieri di Protagora" e si è imbarcato nell'avventura di scrivere un dizionario...

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