Marielle Franco, femminista e militante del Psol e consigliera comunale a Rio uccisa col suo autista: aveva appena denunciato la violenza della polizia nelle baraccopoli

di Checchino Antonini

[foto dalla rete]

E’ morta Marielle Franco, consigliera comunale del Psol a Rio: aveva appena denunciato, sabato scorso, le brutalità della polizia militare brasiliana nell’Iraja, nelle baraccopoli dove la polizia e gli squadroni della morte scorazzano, ed è stata uccisa con le modalità tipiche dell’esecuzione.molto attiva contro le diseguaglianze e la violenza nelle favelas carioca. Marielle, 38 anni, è stata uccisa con quattro colpi di pistola alla testa: una vera esecuzione. I sicari hanno anche ucciso il suo autista e ferito lievemente una sua assistente, che si trovava al suo fianco sul sedile posteriore dell’auto. La polizia ha rinvenuto sul luogo del duplice omicidio 9 bossoli. La vittima aveva partecipato ad un evento in sostegno delle giovani donne nere delle favelas. Il giorno prima di essere uccisa, Marielle aveva scritto sul suo profilo Twitter: «Ancora un omicidio che potrebbe entrare nel conto di quelli compiuti dalla polizia militare. Matheus Melo stava uscendo dalla chiesa. Quanti altri devono morire prima che finisca questa guerra?». La giovane consigliera aveva anche criticato pesantemente l’operato della polizia militare nelle favelas di Rio, definendo il corpo speciale incaricato per queste operazioni «battaglione della morte, che uccide i nostri giovani».

Marielle era uscita da un evento politico (Jovenes negras moviendo la estructura) quando, nelle vicinanze della sede del Comune, sono stati esplosi numerosi colpi di pistola da un’automobile che ha affiancato il suo veicolo. Gli assassini si sono dati poi alla fuga. Nel febbraio scorso era entrata a fare parte della commissione comunale che monitorava l’intervento delle Forze Armate nella città, voluto dal Presidente golpista Temer. Solo 3 giorni fa, Marielle aveva denunciato il coinvolgimento di alcuni elementi della polizia di Rio negli omicidi di alcuni giovani della città.

Il 16 febbraio, il governo federale brasiliano, quello guidato dal golpista Temer, ha dato carta bianca alla polizia locale di Rio in una fase di particolare violenza delle bande. Finora non ci sono indicazioni di miglioramento della sicurezza in città.

Il PSOL (Partito del Socialismo e Liberdade), aderente alla IV Internazionale come l’italiana Sinistra Anticapitalista) denuncia con dolore l’omicidio politico di Marielle Franco, consigliera comunale di Rio de Janeiro. «Marielle aveva appena denunciato l’azione brutale e truculenta della Polizia Militare del 41° distretto, nell’Irajá,  favela di Acari», ribadisce il comunicato che esprime anche i sospetti sull’azione criminale.

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La notizia compare anche nell’edizione internazionale del Guardian che correda la pagina con un pezzo su come il ruolo crescente dei militari del Brasile nella repressione alimenta, in realtà, i timori dei poveri. Richard Nunes, capo della sicurezza pubblica di Rio, ha detto che ci sarà una “investigazione completa”. Il ministro della sicurezza pubblica del Brasile, Raul Jungmann, ha detto che la polizia federale aiuterà a indagare sulla sua uccisione.

Due funzionari della polizia hanno riferito all’Associated Press che due uomini in auto hanno sparato nove colpi contro il veicolo che trasportava la popolare consigliera di 38 anni e il suo autista, Anderson Pedro Gomes. Un funzionario della stampa sul sedile posteriore è rimasto ferito, ma è sopravvissuto. Perché era Marielle l’obiettivo dei killer, cinque dei nove colpi hanno raggiunto il suo corpo. Una donna femminista di colore che aveva conquistato il quinto voto più alto tra i membri del consiglio comunale quando è stata eletta nel 2016. Lottava contro gli abusi di polizia e per i diritti della comunità Lgbt.

Partecipava alla Marcia Mondiale delle Donne Nere (un quarto del proletariato brasiliano) ed era responsabile della commissione di inchiesta sulla violenza perpetrata dall’esercito e dalla polizia contro i giovani afro-discendenti. Franco era anche conosciuta per il suo lavoro sociale negli slum dov’era nata e vissuta. Era al suo primo mandato in carica. Il suo partito ha annunciato una marcia venerdì per protestare contro la violenza a Rio. Migliaia di persone hanno partecipato ai funerali. In molte città del Brasile e al WSF, il social forum mondiale in corso a Salvador, si stanno raduni «per chiedere che venga fatta tutta la luce su questa sommaria esecuzione di un attivista che non ha mai smesso di combattere la militarizzazione della città imposta dal governo golpista di Michel Temer», fa sapere il militante svizzero Paolo Gilardi.

Uno degli articoli più recenti di Marielle è “O novo semper vem” che ripercorre la lotta dal 1975 per i diritti sociali delle donne nere è stato pubblicato da Le Monde diplomatique. Può anche essere consultato, in portoghese sul sito del PSoL.

« In tutto il mondo lo è, ma lo è ancor di più in un Paese che sta vivendo una reazione particolarmente violenta da parte di un governo putschista che ha la ricetta di sempre per affrontare i gravissimi problemi sociali che vive il paese: legge e ordine – così scrive Antonello Zecca nell’articolo che il sito di Sinistra Anticapitalista dedica alla compagna trucidata – sei un abitante delle favelas di Rio de Janeiro? Bene, allora devi mettere nel conto di finire abusato, torturato, ammazzato dalle forze dell’ordine (loro), perché il fatto stesso di abitare quei luoghi è indice di potenziale criminalità e pericolo per la società. Insomma, un problema da risolvere per le vie spicce».

 

L’ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha duramente condannato l’omicidio della consigliera comunale di sinistra di Rio de Janeiro, Marielle Franco, ed ha chiesto al governo e alle forze armate di «rendere conto alla popolazione» su quanto accaduto. «Tutto ciò è abominevole, esigiamo che il governo di Rio e le forze armate rendano conto alla società, trovando i colpevoli. Se è stata la polizia, sarà ancora più facile scoprirli. Ci vuole molta solidarietà per sconfiggere questa violenza», ha detto Lula. L’ex presidente ha poi definito la giovane consigliera comunale assassinata «una politica coraggiosa».

«Questi nuovi omicidi si inquadrano nel momento politico che vive in Brasile dopo il Golpe di Temer contro la legittima Presidente Dilma Rousseff – scrive Marco Consolo, responsabile Esteri del Prc -un golpe fortemente voluto dalle oligarchie politiche e padronali, alleate all’imperialismo statunitense, con l’obiettivo di restaurare i modelli neo-liberisti di esclusione sociale e di sfruttamento delle risorse naturali. Parte del golpe è anche il tentativo di impedire la candidatura presidenziale dell’ex-Presidente Lula alle prossime elezioni».

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

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