Decimazione della Brigata Catanzaro.

Un esempio di decimazione.

http://www.oltreconfine-ww1.eu/16-luglio-1917-la-fucilazione-della-brigata-catanzaro-a-santa-maria-la-longa/

PER LA RIABILITAZIONE STORICA E GIURIDICA DEI SOLDATI ITALIANI FUCILATI PER DISOBBEDIENZA O DECIMATI NEL 1915-18

A Papa Francesco, info@papafrancesco.net

Al signor presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, presidenza.repubblica@quirinale.it

Il centenario della Prima Guerra Mondiale, che finisce quest’anno, 2018, deve essere l’occasione per fare i conti con un capitolo doloroso e rimosso dalla memoria nazionale, quello di mille e più soldati italiani – il numero esatto non è conosciuto – fucilati e comunque uccisi dal piombo di altri soldati italiani perché ritenuti colpevoli di codardia, diserzione o disobbedienza. Fra di loro ci sono anche i decimati, estratti a sorte da reparti ritenuti “vigliacchi” e passati per le armi «per dare l’esempio». L’Italia detiene il record pesante di essere al primo posto. Un esercito di 4 milioni e 200 mila soldati al fronte ne “giustiziò” circa 1000. L’esercito francese, che iniziò la guerra nel 1914, un anno prima, ebbe 6 milioni di soldati e 700 fucilati. Nell’esercito inglese furono 350 e in quello tedesco una cinquantina. La Gran Bretagna ha adottato nel 2006 un provvedimento sulla grazia dei soldati dell’ Impero Britannico durante la guerra 14-18. In Francia dopo un discorso di Jospin del 1998 se ne sta discutendo e avanzando verso una soluzione politico-giuridica che potrebbe essere presa prima o poi. Pur tenendo conto delle differenze politiche, culturali e giuridiche tra i vari Paesi attendiamo dal Parlamento italiano una decisione che faccia giustizia di quell’immensa ingiustizia. Cioè di esseri umani che furono “giustiziati” perché sostanzialmente:                                                                      Si rifiutarono di battersi e di morire per niente.   Vollero mettere fine ai massacri.                                  Rifiutarono di uccidere altri esseri umani con differenti uniformi.                                                               Fraternizzarono oltre le trincee.                                           La riabilitazione deve essere collettiva:                                 Perché è impossibile differenziare i casi dei fucilati. Molti documenti sono andati persi e gli archivi nel kaos.                                                                              Perché i soldati spesso sono stati fucilati collettivamente da plotoni d’esecuzione alla presenza di truppe radunate per l’occasione.  Perché quelle esecuzioni dovevano terrorizzare la coscienza collettiva dei soldati.                                                               La riabilitazione di questi cittadini italiani fucilati ingiustamente richiede  un’apposita legge. Il  21 maggio 2015 fu approvato, all’unanimità, dalla Camera un disegno di legge, presentato dall’on. Gian Piero Scanu del PD,  che prevedeva «la riabilitazione dei militari delle Forze armate italiane che nel corso della Prima guerra mondiale abbiano riportato condanna alla pena capitale». Dopo l’approvazione la legge Scanu passò al Senato dove la Commissione Difesa presieduta dall’on. Nicola La Torre, anche lui del partito democratico che la discusse solo dopo una quindicina di mesi. La conclusione è che i fucilati e decimati non  vennero riabilitati, ma solo perdonati.                              Papa Francesco e Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, una vostra presa di posizione a favore della riabilitazione dei fucilati e decimati durante la Grande Guerra 1915-1918 sarebbe importante. Un cordiale saluto

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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