Viola Carofalo
Potere al Popolo: l’assemblea nazionale del 18 marzo e i nostri prossimi compiti.
Domenica 18 marzo, a soli 4 mesi dalla nostra nascita e dopo le elezioni politiche del 4 marzo, si è tenuta la terza assemblea nazionale di Potere al Popolo al Teatro Italia di Roma. Alle ore 10 il Teatro era già stracolmo: dieci pullman erano arrivati da tutta Italia, persone giunte a Roma dalla Sicilia e dalla Val d’Aosta, pagando il biglietto di tasca propria, lavoratori che si sono privati di ore di sonno e di una domenica di svago, per partecipare, incontrarsi con i compagni dagli altri territori, scambiare una chiacchierata ai margini dell’assemblea, ascoltare i 51 interventi, 26 da assemblee territoriali, 14 da forze politiche e sociali, 11 da intellettuali, esperti, artisti. 1600 persone presenti per questa prima assemblea post-elettorale di Potere al Popolo, 1300 nel teatro, 300 fuori ad ascoltare gli interventi dalle casse istallate appositamente. 5 ore di assemblea, di parole antiche e nuovissime, di “parole che fanno vivere”: lotta, solidarietà, diritti, mutualismo, conflitto, fiducia, democrazia reale, giustizia sociale… Dopo la partecipazione di 800 persone alla prima assemblea del 18 novembre e le 1100 della seconda il 18 dicembre 2017, questa partecipatissima assemblea nazionale è stata la migliore conferma delle convinzioni che ci ha fatto nascere: Potere al Popolo è nato sì sotto le elezioni politiche, ma non è nato per le elezioni e quindi non si vuole limitare ad essere una lista o un cartello elettorale. Siamo un movimento politico che va molto più avanti e scava molto più profondamente. Abbiamo trovato consenso tra circa 400.000 persone da tutta Italia che hanno votato Potere al Popolo. Siamo certi che queste 400.000 persone ci hanno votato con convinzione, condividendo il nostro programma e, più importante ancora, il nostro metodo. Perché votare Potere al Popolo non significa delegare e scegliere il suo rappresentante che risolverà i problemi. Dare il voto a Potere al Popolo vuol dire condividere la passione di fare politica in un certo modo, di cambiare lo stato delle cose insieme ad altri e sentirsi appartenenti ad una comunità in un mondo che ci vuole individualizzare e mettere l’uno contro l’altro. Le classi popolari non aspettano alla prossima accoppiata a sinistra, ma vogliono diventare protagoniste e riprendersi le loro vite! Il messaggio che è uscito dall’assemblea del 18 marzo è quindi chiaro: Non stiamo aspettando una prossima tornata elettorale per presentarci di nuovo con una lista, ma vogliamo moltiplicare lenostre attività sociali sui territori aprendo nuovi percorsi di mutualismo. E i territori ci stanno già lavorando, come hanno sottolineato gli interventi di compagne e compagni delle varie assemblee territoriali: Spazi sociali liberati per costruire sportelli legali gratuiti, doposcuola popolari, palestre teatri, ambulatori accessibili a tutti, partendo da Varese, passando da Padova, Bologna e le numerose cittadine provinciali per arrivare a Palermo e Catania, dobbiamo rispondere ai problemi delle persone e alle carenze delle istituzioni. Abbiamo bisogno di vere e proprio Case del Popolo per metterci al servizio dei territori, creare spazi di partecipazione e prime forme di autogoverno, per dare il giusto peso alla vita di ognuno e rafforzare la consapevolezza della propria forza delle classi popolari. Al di là di queste attività di mutualismo sui territori, dobbiamo rafforzare il movimento strutturandolo sempre meglio e favorendo la partecipazione di tutte e tutti. Sappiamo che non sarà facile, ma noi siamo convinti di farcela usando tutti i mezzi necessari: assemblee territoriali, piattaforme web, sedi territoriali, dibattiti collettivi. Fino a diventare un’organizzazione di massa, radicale, matura. Il nostro impegno in questa fase di costruzione sarà determinante: affilare i nostri strumenti d’analisi per comprendere le attuali dinamiche sociali, portare avanti e moltiplicare le nostre pratiche mutualistiche e le lotte territoriali, fare passi in avanti nell’organizzazione e nella strutturazione del nostro movimento politico. Questi sono i compiti usciti dall’assemblea nazionale del 18 marzo. Non ci resta che metterci al lavoro, perché indietro non si torna! per comprendere le attuali dinamiche sociali, portare avanti e moltiplicare le nostre pratiche mutualistiche e le lotte territoriali, fare passi in avanti nell’organizzazione e nella strutturazione del nostro movimento politico. QUESTI SONO I COMPITI USCITI DALL’ASSEMBLEA DEL 18 MARZO. NON CI RESTA CHE METTERCI AL LAVORO, PERCHÉ’ INDIETRO NON SI TORNA!