C’è un’arma, in mano ai palestinesi, che spaventa Israele. Secondo Haaretz, “potrebbe riuscire dove bombe suicide, raffiche di missili e sofisticati tunnel di attacco hanno fallito. E sta arrivando a Pasqua, a poco più di una settimana di distanza”.
Di cosa parla l’analisi del quotidiano israeliano è presto detto: la non-violenza. Un sistema di protesta cui né palestinesi né israeliani sono abituati e che potrebbe creare problemi non di poco conto nella strategia di Tel Aviv. I palestinesi, infatti, sembra stiano pianificando marce pacifiche verso i territori israeliani, sit-in e veglie per le prossime settimane, probabilmente dopo la Pasqua ebraica. Il tutto per attrarre l’attenzione del mondo sulla risoluzione 194 dell’Onu, quella che chiede il ritorno dei profughi palestinesi.
Stando alle ultime indiscrezioni, l’idea è che si formino cortei assolutamente pacifici. Nessun’arma, nessuna pietra lanciata contro le forze di sicurezza israeliane, nessuna provocazione da parte palestinese. Ma questo, paradossalmente, per Israele si può trasformare in una minaccia. E a spiegarlo è stato l’ex capo dello Shin Bet ed ex ministro della Sicurezza interna, Avi Dichter. “Questa non è una guerra militare, piuttosto è una guerra di massa, diversa nei suoi elementi essenziali”. Se il venerdì pomeriggio o alla fine delle preghiere del venerdì a partecipare a queste manifestazioni ci saranno migliaia o decine di migliaia di persone, “questo è un problema per cui le Idf dovranno prepararsi in modo del tutto diverso”.
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