Francesco Cecchini
Domenica 12 marzo migliaia e migliaia di contadini con bandiere rosse con falce e martello, salutando a pugno chiuso, hanno invaso Bombay in una marcia di protesta contro in governo di Modi, nello specifico contro le sue politiche agrarie e il suo disinteresse per contadini poveri e braccianti. Durante sei giorni, per lo meno 50.000 contadini hanno percorso 180 km e hanno dipinto Bombay di rosso. La protesta è stata organizzata da All India Kisan Sabha, AIKS, un movimento contadino di lunga storia, fu fondato nel 1936, legato al Communist Party of India (Marxisti). I contadini si lamentano delle onerose condizioni di lavoro e la bassa remunerazione ottenuta per i loro prodotti e chiedono l’ annullamento dei i debiti agricoli, qualcosa che era stato promesso loro l’anno scorso, ma che non è mai stato realizzato. Questa richiesta fa da sfondo a un’altra drammatica questione che affligge il mondo rurale: l’alto tasso di suicidi tra gli agricoltori che non riescono a rimborsare i prestiti richiesti. I partecipanti richiedono anche che vengano pagati il 150% in più rispetto al raccolto e che la proprietà della terra coltivata nelle foreste sia trasferita agli agricoltori tribali. La crescita e progresso promessi dal primo ministro Narendra Modi si sono infranti contro una realtà , la crescita del comparto agricolo stagna intorno a un misero +1,8 %, poco, e le entrate dei contadini sono in caduta, costringendo chi può a ricorrere all’indebitamento, sperando in un raccolto generoso. Comunque in India non c’è solo il movimento contadino del Maharasthra, di cui Bombai, ora Mumbai, è la capitale. In vari stati dell’India orientale, Bengala, Jharkhand, Chattisgahr, Orissa, Andhra Pradesh, nel cosìdetto corridoio rosso, è in corso una guerra popolare guidata dal Partito Comunista dell’India Maoista coinvolge e gode dell’appoggio di milioni di contadini poveri, donne, masse di intoccabili, e oggi controlla una diversi Stati della Confederazione indiana. Una guerra di popolo contro la miseria, lo sfruttamento capitalistico feudale, nelle Regioni dove sono più acute le contraddizioni prodotte dal turbolento sviluppo di saccheggio di risorse, oppressione di caste e sfruttamento, da parte del capitalismo indiano legato all’imperialismo.