Omnia munda mundis: con queste parole fra’ Cristoforo vince la resistenza di fra’ Fazio, sagrestano del convento di Pescarenico, che non vorrebbe far entrare di notte quei fuggiaschi – e per di più due donne – nel convento, anche se accompagnati da un confratello come Cristoforo. Tutto è puro per chi è puro, fa dire Manzoni al suo buon frate, ma – come spesso fa – si diverte alle spalle dei suoi personaggi, e spiega che fra’ Fazio non ha ceduto – compiendo quindi una buona azione – perché colpito dal profondo messaggio morale di quelle parole, ma semplicemente perché non conosceva il latino e quindi quella frase oscura, per di più pronunciata con tono duro e autoritario da un uomo dalla storia di fra’ Cristoforo, gli sono suonate come una minaccia e un arcano ammonimento. E così fra’ Cristoforo si è ritrovato come don Abbondio, che usava il suo latinorum per convincere Renzo a rimandare le nozze.
Ho ripensato a questa frase dei Promessi sposi, perché quell’aggettivo, mundus, ha anche un significato più letterale: non significa solo puro, ma anche pulito. E quindi potremmo tradurre la frase anche tutto è pulito per chi è pulito.
Nella notte del 19 aprile è morto in una fabbrica di Salassa, nel canavese, Salah Sehmani, un uomo di cinquant’anni, padre di due figli, che di lavoro faceva le pulizie: mentre faceva questo lavoro, il suo lavoro, da solo, di notte, in quel capannone, alcune balle di polietilene – ciascuna pesa otto quintali – gli sono cadute addosso. Salah è uno dei tanti invisibili che lavora con noi, ma che non vediamo, quelli che tolgono la polvere dalla nostra scrivania e ci svuotano il cestino, quando non ci siamo, quelli che ci puliscono i cessi, che spesso lasciamo più sporchi di quanto faremmo a casa nostra, perché tanto c’è qualcuno che ce li pulisce, qualcuno che non vediamo mai, perché arriva quando noi ce ne siamo andati e se ne va prima che arriviamo.
se avete tempo e voglia, qui trovate quello che scrivo…