Un approfondimento sul quotidiano online tedesco die Welt fa luce sulla preoccupante diffusione in Germania del lavoro in nero nell’edilizia. Questo fenomeno, oltre ad aver assunto dimensioni enormi, comporta una crescente compressione dei salari per i lavoratori nel settore delle costruzioni e una crescente importazione di manodopera a basso costo dall’Europa sud-orientale.

 

di Christina Brause, Anette Dowideit, Jennnifer Wilton

 

Il settore dell’edilizia tedesco è sempre più colpito dal fenomeno del lavoro in nero, dietro al quale si cela spesso la criminalità organizzata.
Attraverso società fittizie, condizioni di lavoro simulate e fatture contraffatte, vengono sottratte allo Stato grandi somme di denaro da progetti di costruzione a livello nazionale.

 

Friedrich Schneider, il noto ricercatore dell’Università di Linz specializzato nello studio del lavoro sommerso, stima che ogni anno nell’edilizia il lavoro in nero produca perdite di oltre 127 miliardi di euro, dei quali circa 28 miliardi finiscono nelle tasche della criminalità organizzata. Secondo Schneider, l’attuale boom delle costruzioni sta ulteriormente accentuando il problema: “Se, in veste di costruttori, avete la necessità di realizzare rapidamente un progetto, nonostante il boom delle costruzioni, difficilmente troverete un esercizio disponibile. Tutti gli appalti saranno già occupati.”

 

Armin Rolfink, presidente dell’ufficio doganale e responsabile del controllo finanziario locale sul lavoro in nero, conferma che la criminalità organizzata nel settore delle costruzioni ha raggiunto un alto grado di professionalità: “Dietro il lavoro illecito esistono spesso delle fitte reti aziendali, che a tratti sono coordinate da un’intensa attività criminale, agendo a un livello estremamente professionale”.

 

Le menti che tirano le fila di questo immenso sistema di frode importano a getto continuo lavoratori a buon mercato dai paesi dell’Europa sud-orientale nei cantieri tedeschi. Il confine con la tratta di esseri umani a volte viene perfino superato, come conferma l’attuale rapporto dell’Ufficio federale di polizia criminale.

 

La dogana è sopraffatta

 

La dogana riesce a malapena a seguire le varie indagini, nonostante dal 2016 l’organo si sia concentrato sulla persecuzione di coloro che alimentano il lavoro illegale organizzato, aprendo, solo lo scorso anno, ben 4872 procedure d’infrazione nel settore edilizio.

 

Il sindacato IG Bau ha invitato il governo federale a “distruggere definitivamente le strutture criminali”. “Al fine di consentire una densità di controllo che scoraggi le imprese criminali dalle loro azioni, il personale di controllo finanziario deve essere aumentato il più rapidamente possibile di almeno 10.000 posti di lavoro”, afferma il leader sindacale Robert Feiger.

 

Attualmente, l’unità doganale impiega sulla carta 7211 persone, ma solo 6452 posti di lavoro sono realmente occupati. Inoltre, il presidente del Partito della Sinistra, Bernd Riexinger, parla di un “enorme problema nei controlli” e invoca 10.000 investigatori. Nella situazione attuale, “SPD e Unione sono complici della diffusione del lavoro in nero e della continua violazione del salario minimo nell’edilizia”.

 

Le accuse del FDP 

 

Johannes Vogel, il portavoce sulle politiche del mercato del lavoro del gruppo parlamentare del FDP, muove pesanti accuse al governo: “È completamente incomprensibile che il nuovo governo federale crei 209 nuovi posti nei ministeri, scegliendo invece di risparmiare sulle assunzioni in dogana. Questo è un classico esempio di prioritizzazione errata. Invece di creare più posti di lavoro nel Ministero degli Interni, il governo federale dovrebbe garantire piuttosto che la legge vigente in Germania sia applicata grazie a uno staff adeguato. Attualmente, purtroppo, fa esattamente il contrario”.

 

La frode da un miliardo di euro è possibile perché attualmente nei cantieri in Germania le concessioni illimitate possono essere passate da un subappaltatore all’altro, mentre catene di appalti che contano fino a sette o otto attori contribuiscono a moltiplicare la confusione.

 

“La politica deve regolamentare l’assegnazione in modo trasparente”, chiede a gran voce il leader sindacale Feiger, almeno per quanto riguarda i cantieri del settore pubblico, dove il lavoro sommerso apparentemente è diffuso tanto quanto nei progetti di costruzione privati: “Qui la politica potrebbe facilmente arginare questa dinamica, impedendo la presentazione di proposte con più di tre livelli di subappalto”.

 

Una modifica della legge potrebbe migliorare la situazione

 

Il membro del Bundestag Matthias Barke (SPD), presidente della commissione per il lavoro e gli affari sociali, vede la questione in modo simile: “Le catene di subappalto favoriscono il dumping salariale e sociale. Se ogni imprenditore estrae il proprio margine, agli operai che si trovano alla fine della catena spesso rimangono solo dei miseri resti. Dobbiamo bloccare questo processo”. E aggiunge “la disciplina della pratica degli appalti è compito che dovrebbe spettare al settore pubblico”.

 

Il Ministero federale delle finanze difende però la sua attuale strategia nella lotta al lavoro illegale organizzato. Secondo l’organo istituzionale, l’anno scorso il numero di indagini preliminari è aumentato dell’8% e sono state scoperte frodi per un importo di 460 milioni di euro.

 

Inoltre, solo di recente è stata effettuata una revisione del codice penale grazie alla quale, in futuro, dovrebbero essere imposte punizioni più severe per i responsabili delle ditte fittizie.

 

Tuttavia, è prematuro valutare se questa modifica legislativa sarà realmente efficace.

http://vocidallestero.it/2018/04/19/germania-la-mafia-dei-cantieri-e-il-lavoro-sommerso/