di Barbara MORLEO

Come negli scorsi anni SGB ha fornito ai lavoratori lo strumento dello sciopero delle attività legate ai quiz INVALSI; uno sciopero che permette ai docenti di non interrompere le attività didattiche e, contemporaneamente, boicottare gli odiati quiz della scuola a punti, rinunciando ad un’ora di stipendio.

Dai dati in nostro possesso, quest’anno l’adesione alla protesta è cresciuta in modo sorprendente. Negli scorsi giorni siamo stati contattati dagli insegnanti di centinaia di scuole che ci hanno comunicato l’adesione allo sciopero in tutte o molte classi dei loro istituti. La protesta si è articolata su tutto il territorio nazionale, con punte eccezionali al centro-nord, specie in Veneto, Toscana ed Emilia Romagna.

Il risultato assume maggior valore considerato che solo SGB ha organizzato lo sciopero e sarebbe stato prevedibile scontare l’assenza del resto del sindacalismo di base, nonché l’avversione dei sindacati complici, da sempre in posizione di esplicito appoggio al sistema INVALSI. Abbiamo dovuto poi affrontare i soliti tentativi di alcuni dirigenti di ostacolare la protesta con pressioni e false indicazioni su una presunta illegittimità dello sciopero, senza alcun fondamento normativo.

I lavoratori hanno comunque accolto il nostro appello e reso quindi possibile la difesa del diritto ad uno sciopero che hanno sentito finalmente utile ed incisivo.

Oltre ai quiz saltati per lo sciopero, in diverse scuole la somministrazione non è stata possibile a causa delle difficoltà tecniche, legate alle procedure informatiche della prova di inglese. Nonostante ciò, attendiamo il solito comunicato fotocopia dell’invalsi che vanta percentuali di riuscita improbabili.

Questa protesta incarna la doverosa opposizione al modello della scuola a quiz, che tra l’altro ora, dopo l’emanazione dei decreti sugli esami di Stato, invade il lavoro dei docenti, imponendosi come unico parametro di valutazione, ben più discriminante della valutazione degli insegnanti, minacciando di fatto la fine del principio del valore legale dei titoli di studio, storico obiettivo della cultura più reazionaria e conservatrice del nostro paese.

Resta il rammarico di non essere riusciti ad organizzare forme di sciopero anche alle superiori, dove però contiamo sul senso civico degli studenti che stanno già costruendo forme di opposizione.

Lo sciopero è anche l’occasione di esprimere lo sdegno per la situazione attuale della scuola e la protesta in particolar modo contro la buona scuola, il nuovo umiliante contratto nazionale e la vergognosa vicenda del licenziamento di migliaia di maestre assunte con diploma magistrale.

La forma di questa agitazione, che si realizza scuola per scuola con la solidarietà tra docenti, si profila anche come un importante esercizio di mobilitazione contro i peggioramenti normativi attuati dalla buona scuola e quelli in arrivo con il nuovo contratto.

Lo sciopero iniziato il 3 maggio è un’altra importante tappa della lotta dei lavoratori della scuola nel percorso di riappropriazione di dignità e diritti e della costruzione anche nel settore dell’istruzione del sindacato utile, conflittuale e improntato ai soli interessi della classe lavoratrice che ancora manca nel nostro paese.

http://www.movimentoesseresinistra.it/blog-movimento/autori/autori-vari-autori/2018/05/07/invalsi-no-grazie/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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