Di Kevin Zeese e Margaret Flowers
Nel 1848, Karl Marx scrisse che “i filosofi hanno soltanto interpretato il mondo in vari modi; il punto, però, è cambiarlo.”
In questo ventesimo anniversario della nascita di Karl Marx concentriamo la nostra attenzione su di lui come attivista politico invece che su ciò per cui è più noto: un economista e filosofo che ha scritto alcune delle più importanti analisi che spiegano il capitalismo e che propongono un modello economico alternativo.
Nel “Manifesto Comunista”, Marx ha scritto: “La storia di tutte le società precedenti è stata la storia di lotte di classe.” Pensava che il cambiamento politico nasce dalla storia di conflitti tra persone che vengono sfruttate contro persone che le stanno sfruttando. Lo sfruttamento porta al conflitto e alla rivolta; Marx presentava la rivoluzione come “la forza trainante della storia.”
Secondo Marx la radice della lotta politica era il sistema economico che crea una lotta tra le classi. Questo conflitto è cambiato durante la storia: per esempio, i servi verso i signori nell’Era Feudale, gli schiavi verso i loro padroni nell’era della schiavitù, e ora tra lavoratori e i loro capi o capitalisti.
Marx era un attivista politico che lavorava per cambiare il mondo
In un’intervista con Immanuel Wallerstein, Marcello Musto ha descritto l’attivismo di Marx, osservando:
“Per tutta la sua vita, Marx non fu soltanto lo studioso isolato dal mondo tra i libri del British Museum; fu un rivoluzionario sempre impegnato nelle lotte della sua epoca. Nella sua gioventù, a causa della sua militanza politica, egli venne espulso dalla Francia, dal Belgio e dalla Germania. Fu anche costretto all’esilio in Inghilterra quando le rivoluzioni del 1848 vennero sconfitte. Fondò quotidiani e riviste e appoggiò, in tutti i modi che poté, le lotte del movimento operaio. In seguito, dal 1864 al 1872 fu il capo dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori, la prima organizzazione transnazionale della classe operaia, e, nel 1871, difese strenuamente la Comune di Parigi, il primo esperimento socialista della storia.”
Wallerstein aggiunge che Marx ha avuto un ruolo fondamentale nell’organizzare le persone a livello internazionale e che “l’attività politica di Marx comprendeva anche il giornalismo…Lavorò come giornalista per avere un reddito, ma considerava questi suoi contributi giornalistici come un’attività politica. Non aveva nessun senso di essere neutrale. Era sempre un giornalista impegnato.”
A 24 anni Marx scriveva articoli focosi contro l’autoritarismo prussiano. Il giornale di cui era redattore capo fu chiuso nel 1842 dal governo, egli fu esiliato e si trasferì a Parigi da dove venne espulso nel 1844.
Nel 1848 Marx ed Engels pubblicarono il “Manifesto Comunista”. “Il Manifesto” fu scritto come dichiarazione dei principi del socialismo per la Lega Comunista a Bruxelles. Fino a oggi rimane una dichiarazione dei principi fondamentali del socialismo. A 45 anni di età, Marx fu eletto al Consiglio Generale per la Prima Internazionale dove era attivo nell’organizzazione del congresso annuale dell’Internazionale.
La visione del socialismo di Marx non aveva nulla i comune con le dittature con un solo partito come l’ex Unione Sovietica che dichiarava di essere socialista o comunista. Secondo Marx il problema chiave non era se l’economia era controllata dallo stato, ma quale classe controllava lo stato. Una società può essere socialista soltanto se il potere è nelle mani dei lavoratori.
I nostri compiti: rivelare la disuguaglianza, creare nuovi sistemi economici
La critica che fa Marx del capitalismo si focalizza sul modo in cui essa porta inevitabilmente alla concentrazione di ricchezza. Il Marxismo era considerato estinto dopo le ere di Reagan-Thatcher e la fine dell’Unione Sovietica. Ora, però, dopo quasi 40 anni di neoliberalismo, la disuguaglianza del capitalismo globale deregolamentato ha reso una realtà basata sui fatti il meme dell’occupazione al 99% rispetto all’1%.
Nell’anniversario di Marx, The Independent scrive:
“Prevedibilmente, diversi decenni di neoliberalismo sono stati la più grande testimonianza a come un capitalismo deregolamentato, con le unghie e coi denti rossi di sangue, trasferisce la ricchezza all’1% dei più ricchi, o anche allo 0,1%. Recenti cifre dimostrano che gli otto miliardari più ricchi del mondo (che potrebbero entrare in un minibus, hanno tanta ricchezza quanta ne ha la metà più povera della popolazione globale, cioè 3,5 miliardi di persone. Sorprendentemente, la cifra equivalente era i 62 miliardari più ricchi nel 2016. Nel 2010 era più di 300. Questo è il modo rapido in cui la ricchezza viene risucchiata verso l’alto; si potrebbe definire
l’effetto in opposizione al mito dell’economia della percolazione dall’alto verso il basso.”
Negli Stati Uniti, tre persone detengono più ricchezza del 50% della popolazione nazionale, “un totale di 160 milioni di persone o di 63 famiglie americane.” Grosso modo un quinto di Statunitensi “hanno un patrimonio zero o negativo.” Questa cifra è anche maggiore per le famiglie di colore o latino-americane, conseguenza di decenni di discriminazione. In alcune compagnie statunitensi, l’amministratore delegato (CEO) guadagna più di 1000 volte il lavoratore medio, cioè, i lavoratori dovrebbero faticare più di 9 secoli per guadagnare quanto un CEO guadagna in un solo anno.
La contraddizione tra estrema ricchezza e povertà diffusa e insicurezza economica, tra la produzione efficiente di beni e i servizi e il rifiuto di condividere la prosperità
Creata dall’efficienza, e tra l’uso delle risorse naturali e la distruzione del pianeta e le enormi minacce di cambiamento del clima conducono le persone a vedere i fallimenti del capitalismo.
Nel 2017, la National Review ha riferito che un sondaggio aveva rivelato che il 40% delle persone negli Stati Uniti, “ora preferiscono il socialismo al capitalismo.” Un indagine di YouGov del 2016 ha scoperto che gli intervistati che avevano meno di 30 anni, giudicavano il socialismo più favorevolmente che il capitalismo: il 43% in confronto al 32%. “Socialismo” è stata la parola più cercata di più sul sito del dizionario americano Merriam Webster nel 2015. “Socialismo” è stata per vari quasi in cima alla lista delle parole cercate sul nostro dizionario on line”, ha detto il redattore straordinario Peter Sokolowsk.
Nel 2014, David Harvey, un importante docente universitario marxista, ha scritto, nel suo libro “Seventeen Contradictions And the End of Capitalism” (Diciassette contraddizioni e la fine del capitalismo) che le contraddizioni estreme stanno portando a importanti trasformazioni:
E’ in un clima politico come questo che le eruzioni violente e imprevedibili che stanno verificandosi in tutto il mondo su base episodica (dalla Turchia e dall’Egitto al Brasile e alla Svezia, nel 2103 soltanto) sembrano sempre di più come le scosse che precedono un terremoto che faranno sembrare un gioco da ragazzi le lotte rivoluzionarie post-coloniali degli anni ’60.”
Come accadrà questo cambiamento? La risposta in parte spetta a che cosa fanno coloro che lavorano per il cambiamento. Youssef El-Gingihy scrive su The Independent riguardo probabile possibilità:
“La transizione del capitalismo a un sistema alternativo politico ed economico, probabilmente avverrà in un periodo prolungato, anche se catalizzato dalla rivoluzione. Più o meno nello stesso modo quel feudalesimo si è modificato in socialismo, attraverso la rivoluzione industriale (economica) e la rivoluzione francese (politica) nelle quali la borghesia ha sostituito l’ordine aristocratico, preceduta dalla guerra civile inglese del diciassettesimo secolo.”
Vediamo la lenta transizione in corso con lo sviluppo di una miriade di progetti di democrazia economica, danno ai lavoratori il controllo del loro impiego, tramite cooperative operaie, danno alle comunità il controllo sul loro sviluppo tramite fondi fiduciari sulla terra, danno controllo diretto sulle decisioni per il bilancio, per mezzo di pianificazione delle spese e democratizzano il settore creditizio tramite le banche pubbliche. Questi sono alcuni tentativi di creare un’economia che serva alla gente senza limitare il controllo per i lavoratori, il cui numero si sta riducendo a causa dell’automazione. Molti di questi nuovi modelli economici sono nelle loro prima fase di sviluppo.
Marx credeva che “nessun ordine sociale viene mai distrutto prima che tutte le forze produttive per le quali è sufficiente siano sviluppate e nuove relazioni superiori di produzione non sostituiscano mai quelle precedenti prima che le condizioni materiali della loro esistenza siano maturate nell’ambito della struttura della vecchia società.”
Le lezioni di Karl Marx dimostrano che i nostri compiti sono quelli di intensificare il conflitto di classe rivelando la realtà di una disuguaglianza ripugnante e di creare nuovi sistemi per rimpiazzare il capitalismo che sta per fallire.
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Fonte: https://www.counterpunch.org/2018/05/07/karl-marx-as-activist
Originale: @MFlowers8
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2018 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0