L’articolo 92 della Costituzione italiana sancisce: ‘… Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri.’
L’articolo 92 della Costituzione italiana è chiarissimo, a nominare il Presidente del Consiglio è il Capo dello Stato. Non solo ma è sua prerogativa nominare, su proposta del Premier, i Ministri. La tiritera che sentiamo ripetere da oltre due mesi su chi deve essere il prossimo capo del Governo è falsa. E’ dal cinque di marzo che il leader della Lega, Matteo Salvini, e quello del M5s, Luigi Di Maio, si attribuiscono un ruolo che solo il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, può conferire. Ovviamente la sua decisione non può non tener conto della volontà delle forze politiche. Ma, come egli ha detto in una recente dichiarazione ‘il Presidente non è un notaio’.
La prassi istituzionale prevede, infatti, che sia il Capo dello Stato ad individuare una personalità che sia in grado di formare un Governo che abbia la fiducia del Parlamento. La procedura che stanno adottando il leader grillino e quello leghista è, invece, inconsueta e non rientra nella ‘normale’ consuetudine istituzionale. L’indicazione del premier, che essi dovranno fare al Capo dello Stato, non presuppone una semplice ratifica ‘notarile’. La nomina del Presidente del Consiglio dei Ministri è un dovere istituzionale ed il Capo dello Stato opererà nell’interesse del Paese e non certo di quello dei partiti che si dovranno limitare a fare delle proposte.
Settantuno giorni di consultazioni, continue minacce di ritorno al voto, proclami di rapida risoluzione dei problemi degli italiani, i due forni, i passi di lato di Berlusconi, i no di Matteo Renzi, il governo di tregua ed ora queste riunioni convulse. L’inciucio ‘pentaleghista’ sta per nascere, ma ancora oggi non conosciamo i contenuti del ‘contratto’, (alla faccia dello streaming in diretta), e dei nomi dei ministri e del presidente del Consiglio. Non c’è da stare tranquilli se l’operato del futuro governo giallo-verde sarà così articolato e complesso come quello a cui abbiamo assistito in questi due mesi di estenuanti trattative.
Intanto, è bene ricordarlo, i poveri, i disoccupati ed i precari aspettano.