di Giorgio Cremaschi

Una siviera, cioè il contenitore dell’ acciaio fuso, precipita da un gancio che si rompe. È come una bomba che cade in mezzo agli operai al lavoro lì sotto. Acciaio fuso e gas incandescenti li investono. Quattro di essi sono tra la vita e la morte. Avviene alle Acciaierie Venete di Padova ed è un’altra Tyssen, al di là del numero delle vittime. Che la siviera si stacchi è un incidente della siderurgia del 1800, se avviene oggi vuol dire che ci sono enormi responsabilità aziendali. Non ci sono chiacchiere ipocrite e complici che tengano.

I morti sul lavoro ufficiali, quelli reali sono di più, sono aumentati del 12% rispetto al già terribile 2017. Si risparmia sulla sicurezza, si sfrutta il lavoro fino a livelli intollerabili, lo stato lascia fare o è addirittura complice.

Il jobsact uccide, i tagli al numero e all’attività degli ispettori uccidono, l’impunità sostanziale delle imprese assassine uccide, il valore assoluto dato al mercato uccide.

La questione è solo politica. Ci vorrebbe una politica che PERSEGUITASSE le imprese sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori. Il massacro dei lavoratori dovrebbe essere considerato la prima emergenza criminale del paese.

Invece non è stato così per i governi PD e non pare sia così per il governo Lega M5S, almeno secondo quanti si sa del programma, dove imprese e imprenditori sono citati solo come soggetti positivi. E invece per la strage di lavoro ci sono enormi responsabilità imprenditoriali accanto a quelle politiche.

Alessandro Banzato, l’amministratore delegato delle Acciaierie Venete, è anche il presidente della FederAcciai, cioè è uno dei leader della Confindustria. Il fatto che in una sua fabbrica si venga colpiti dall’ acciaio fuso dovrebbe essere un elemento di discredito totale. Prima ancora che sul piano giuridico Banzato e tutti gli imprenditori dei luoghi o e si rischia la vita e si muore per lavoro, tutti questi imprenditori normalmente osannati dovrebbero essere sottoposti ad un sacrosanta gogna pubblica. Si offenderebbero, ma alla fine starebbero un poco più attenti. Invece nessun mezzo d’informazione pubblica mai la foto del titolare dell’azienda accanto a quelle degli operai che vi sono morti dentro, soprattutto se il titolare conta.

Diffondiamo i nomi ed i volti dei capi delle imprese dove si rischia e si perde la vita. Soprattutto se sono persone importanti e stimate da tutti come Alessandro Banzato, amministratore delegato di una acciaieria dove le siviere precipitano come 200 anni fa.

PS: Il Veneto è la regione d’Italia con più omicidi di lavoro. Attendiamo notizie di azioni , non parole o incontri burocratici, da Zaia.

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-alessandro_banzato_il_jobs_act_uccide/6121_23960/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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