Continuano le proteste in Francia contro le politiche neo-liberali promosse da Emmanuel Macron e dal suo governo. Non solo le grandi manifestazioni nelle principali città ma anche piccole azioni di protesta accompagnano ogni uscita pubblica del governo che sta portando avanti un duro attacco contro i dipendenti del servizio pubblico e contro il libero accesso all’università.
A farne le spese, giovedi, è stato il Primo ministro francese Édouard Philippe che è stato accompagnato da contestazioni in tutte le tappe di un breve tour nel Sud-est del paese. Al momento di prendere parola nella cittadina di Mondouzil – dove il premier si è recato per firmare un contratto con il comune in cui questo si impegna a limitare il deficit – è saltata la corrente. Testimoni riferiscono di grande agitazione e imbarazzo tra i giornalisti e i consiglieri comunali presenti senza che nessuno sapesse cosa fosse successo, al punto che Philippe è stato costretto a parlare senza illuminazione né amplificazione. Pochi minuti dopo è arrivata la rivendicazione, un rappresentante del sindacato confederale CGT ha dichiarato alla stampa che alcuni lavoratori avevano deciso di far saltare l’elettricità in segno di protesta: “si tratta di un’azione contro il taglio dei servizi pubblici” ha chiarito Claude Catala, rappresentante della CGT “ora anche il primo ministro ha potuto toccare con mano cosa significa”. La mancanza di corrente è durata circa una trentina di minuti, il tempo che Philippe finisse il suo discorso.
Il sindacato aveva annunciato a metà aprile che avrebbero iniziato dei tagli di elettricità mirati in solidarietà con i ferrovieri e gli studenti in lotta. “Abbiamo deciso di cominciare a cambiare la fatturazione in favore degli utenti. Abbiamo previsto di riattaccare gas e elettricità ad alcune famiglie morose. Nei prossimi giorni colpiremo anche alcune precise aziende che hanno avuto comportamenti anti-sindacali o che hanno operato licenziamenti” aveva dichiarato Sébastien Menesplier, segretario generale del settore Mine-Energia al quotidiano le Parisien.
Il 25 maggio scorso un centinaio di militanti sindacali hanno fatto irruzione in una delle sedi parigine di En Marche, il partito di Macron, tagliando acqua ed elettricità. I manifestanti hanno anche riversato rifiuti e immondizia davanti alla sede.