Conte alla fine ha preso il voto di fiducia in parlamento
La situazione è molto complessa, perché rompe tutti gli schemi che avevamo in mente fino alle elezioni del 4 marzo. Queste elezioni hanno causato un terremoto enorme e senza precedenti. Quello che abbiamo visto poi, con la formazione del governo Conte, è quello che aspettavano di vedere tutti coloro che hanno votato in modo trasversale il M5S e la Lega Nord. Quello che ha detto Conte alla Camera e al Senato è quello che si aspettavano di sentire gli elettori di questi due i partiti. Non c’è il minimo dubbio.
Attraverso le dichiarazioni politiche del primo ministro abbiamo avuto un aggiornamento del concetto di populismo. Conte ha detto che se populismo significa ascoltare i bisogni del mondo, “siamo populisti”. “Se essere antisistema significa cambiare l’attuale sistema corrotto e fallito, noi siamo antisistema”, ha detto. È proprio il loro messaggio pre-elettorale.
Ma le elezioni si sono svolte tre mesi fa
Esattamente. Ma dietro questo abbiamo una situazione ossimora doppia, perché il discorso di Conte comprendeva due cose diametralmente opposte. Da una parte evidenzia i problemi sociali come una questione di affrontare subito, perché ha parlato dei problemi reali delle persone, il salario minimo, la necessità di affrontare la povertà, la miseria e l’impoverimento dei cinque milioni di italiani che sono al di sotto della soglia di povertà e sono il prodotto delle politiche di austerità degli ultimi anni. Ha parlato della pressione fiscale e delle ingiustizie del sistema fiscale. Ha parlato di cose su cui gli ultimi governi non avevano fatto nulla, altrimenti non avrebbero avuto un corso negativo.
Sulla questione dell’immigrazione ha avuto un atteggiamento duro e selvaggio, in linea con la politica disumana espressa dalla Lega di Salvini, continuando a praticare il lavoro del governo precedente, in particolare del ministro dell’Interno del Pd Minniti.
La questione è che questi due problemi, separati in questo modo, sono funzionali l’uno con l’altro. Come risponderanno alle richieste sociali, cosa difficile perché è necessario scontrarsi duramente con la governance europea, come daranno un reddito sociale decente a milioni di persone, soprattutto nel sud Italia, e come dare una risposta decente ai pensionati?
Dal momento però che non riusciranno a soddisfare queste esigenze della società creeranno capri espiatori e se la prenderanno con i più deboli, i più umili, gli immigrati, i rom, i senza tetto. Perché sarà più facile per loro fare questo, piuttosto che entrare in collisione con altri importanti governi europei, le banche, il Fondo monetario internazionale. Visto che non daranno risposte alle richieste della giustizia sociale, risponderanno di più con politiche di sicurezza e tattiche di segregazione. Questa è la mia paura.
Al Senato questo era evidente dal discorso eccellente di Liliana Segre, che ha tatuato sul braccio il numero di disumanità del campo di Auschwitz e ha avvertito che lotterà fino alla fine per non veder violati i diritti universali dell’uomo con nuovi pogrom per Rom e Sinti.
Dipende solo dal Conte o anche dall’Europa?
Il problema è come far quadrare il cerchio per fornire un reddito sociale dignitoso per i più poveri, senza aumentare o in alcuni casi ridurre le tasse. Qui entra sul banco degli imputati l’Europa neoliberista, quella che sta strangolando il nostro paese.
La governance europea è una macchina enorme che produce a larga scala il populismo e il fascismo, il razzismo e la xenofobia, che stanno aumentando in quest’Europa che vive sotto la bandiera dell’austerità e della mancanza di politiche per soddisfare le esigenze dei cittadini.
Non è folle il confronto della governance attuale in Europa con il periodo del Trattato di Versailles, che ha suscitato il nazismo, con le riparazioni di guerra assurde e l’enorme debito tedesco.
O cambierà la governance europea o vedremo moltiplicarsi i populisti e dentro la onda populista vedremo rafforzarsi e prevalere le componenti fasciste e neonaziste. Questi oggi sono in parte rappresentati dalla Lega del Nord e non da M5S.
C’è una grande differenza tra M5S e Lega?
Naturalmente, e per questo sostengo che dobbiamo stare attenti perché non abbiamo un governo di un solo colore, o di due o di tre colori, ma ne ha molti. Dal percorso del governo nei prossimi mesi, prevarranno quelli o gli latri. Temo molto che prevarrà il verde della Lega e il nero dei fascisti.
Dobbiamo fare i conti con il nuovo governo, tenendo conto che è una impresa senza precedenti. Direi che è un UFO, un oggetto non identificato, che non è catalogabile nelle categorie classiche che abbiamo e non dobbiamo trattarlo con i riflessi automatici tradizionali della sinistra, perché dobbiamo essere molto intelligente, prudenti e lungimiranti.
C’è un populismo di sinistra?
Il problema è che il populismo è riuscito a interferire con l’elettorato di sinistra. Nel M5S hanno culture politiche diverse che sono difficili da categorizzare. Almeno metà del loro elettorato proviene o è di sinistra.
È nostro, che si sentiva tradito dalle politiche del Partito Democratico e della Sinistra che lo sostenevano o non facevano nulla. Per vendetta, per rabbia, per frustrazione, per disperazione, hanno votato per il M5S. Sarebbe un enorme disastro se la Lega del Nord riuscisse ad assorbire il M5S. Non dobbiamo avere un fronte verticale e un muro contro muro con il M5S, almeno sul piano della tattica. Questo movimento rappresenta l’unica barriera alle tendenze fasciste della Lega al governo.
Sembra che non esista una opposizione
C’è un’enorme mancanza di opposizione progressista e di sinistra. Alla fine, l’opposizione più dura in parlamento contro Conte l’ha fatta la Forza Italia, per proteggere naturalmente gli interessi di Berlusconi per la prescrizione dei reati.
Renzi ha fatto un esercizio di verbalismo e di retorica senza alcun contenuto. Non ha detto nemmeno una parola che possa spostare o mobilitare un elettorato democratico e di sinistra. Liberi e Uguali sono inesistenti, senza alcun peso, mentre il Potere al Popolo è fuori dal parlamento disegnando sulla carta.
È terribile il fatto che l’opposizione cadrà nei prossimi mesi sulle spalle dell’asse del Partito democratico e di Forza Italia, per non dire ancora peggio sull’asse Berlusconi-Renzi, che sono due cadaveri politici. Il M5S e la Lega continueranno nel futuro immediato il loro estremo e a volte schizofrenico verbalismo, con Di Maio che incontra le vittime del precariato, i disoccupati, i pensionati e Salvini di promettere la caccia contro gli immigrati. Speriamo che riescano a fare qualcosa a livello sociale, altrimenti vedremo molte politiche disumane.
Vede la prospettiva della ricostruzione di una sinistra?
La sinistra dovrebbe usare l’intelligenza e la chiarezza del pensiero di Gramsci. Deve capire in quale mondo vive. Deve capire che viviamo in un nuovo mondo che necessita di nuove bussole. Deve ricostruire i suoi rapporti con il mondo e le persone, ad apparire nei luoghi dove vivono le persone, di prendere come esempio le azioni della sinistra europea, soprattutto dalla Grecia.
Tutti devono andare ad Atene per vedere cosa significa sostenere i bisognosi, persino passando attraverso i Memorandum. Dovremmo iniziare umilmente a imparare da esempi come questo della Solidarietà di Pireo per arrivare ai corridoi del governo, per vedere come si difendono i contratti collettivi e i diritti dei lavoratori, come stai con misure sociali accanto alle fasce più deboli, come combatti l’evasione fiscale, come hai tagliato ogni relazione con il clientelismo e la corruzione.
Dobbiamo vedere come resisteremo alla pressione di Salvini per allinearci con l’Europa di Visegrad.
La Grecia ha mostrato la strada per la creazione di un asse mediterraneo e dobbiamo lavorare con i governi progressisti e di sinistra e dei popoli di Grecia, di Portogallo e la Spagna di oggi, cercando di mettere dentro anche la Francia. Dobbiamo fare politica e affrontare il mondo così com’è e non con quello che abbiamo nelle nostre teste da decenni.
Abbiamo un tremendo bisogno di comunicazione sul corso dei governi di Grecia e di Portogallo. SYRIZA e Tsipras fanno uscire la Grecia dalla crisi smentendo gli pseudoeuropeisti e gli antieuropeisti. Attraverso la canalizzazione di false informazioni gli pseudoeuropeisti sostengono che non dobbiamo scontrarsi con l’Europa come Tsipras perché lo hanno punito e sarà meglio seguire l’austerità di Bruxelles. Gli antieuropeisti dicono che Tsipras ha fallito perché è andato con l’Europa e non ha mantenuto le sue promesse. Due grandi bugie. La Grecia, con il suo atteggiamento critico, è riuscita a superare l’enorme crisi che ha dovuto affrontare rimanendo in Europa. L’Europa ha bisogno di una maggiore presenza di Tsipras, dei ministri del governo greco e di SYRIZA nella sua opinione pubblica. Atene e poi Lisbona hanno aperto la strada. Ora è arrivata Madrid. C’è un’altra Europa, per la quale vale la pena di lottare.