Francesco Cecchini

MANIFESTAZIONE MAPUCHE CONTRO BENETTON.
Carlo Benetton, il più giovane dei fratelli Benetton, è morto di cancro il 10 luglio 2018. Mentre in Italia i giornali lo descrivono come uomo schietto e leale con tutti, apassionato praticante di molti sport, in Argentina i principali giornali di Buenos Aires hanno riportato la notizia della morte definendolo propietario di grandi estensioni di terre in Patagonia. In Patagonia nel 1975 lazienda Great Western, appartenente ai proprietari terrieri della borghesia argentina, acquistò il pacchetto azionario di The Company fino al 1991 quando sotto il governo di Menem, i Benetton divennero di quelle terre fino ad oggi. Chi ha curato direttamente gli interessi della famiglia Benetton in Patagonia è stato Carlo. Attraverso la holding internazionale del , Edizione srl, Benetton ha acquistato per 50 milioni di dollari i quasi 900.000 ettari situati al 98% nelle province di Santa Cruz, Chubut, Río Negro, Neuquén e Buenos Aires, dove principalmente si è dedicato a produzione di lana. Ora ha anche che nuovo mercato da sfruttare, quello petrolifero, un giacimento petrolifero a Vaca Muerta, sempre territorio Mapuche. Solo nelle terre argentine di sua proprietà Luciano Benetton ha 280.000 pecore che producono 1.300.000 chili di lana allanno. Lo sfruttamento minerario, depositi situati nella provincia di San Juan, è stato incorporato attraverso il Min Sud (Minera Sud Argentina S.A.) con sede in Canada. Per molti anni Benetton ha saccheggiato risorse nazionali argentine senza pagare tasse, non registrando i lussuosi edifici costruite sulla loro terra. Ironia della sorte, Benetton ha un museo con pezzi archeologici di culture autoctone, alcuni dei quali hanno centinaia e centinaia di anni, situato a Leleque. Forse rubati da territori delle comunità Mapuche e Tehuelches. I governi argentini hanno sempre difeso i Benetton. Un esempio. Il kirchnerismo nel 2011 approvò una legge che limitava la proprietà straniera delle terre a 1.000 ettari per proprietario non era retroattiva. Pertanto i Benetton poterono restare tranquilli. Macri ha reso la legge ancora più flessibile. Le autorità, lesercito e la polizia difendono i Benetton, reprimendo la comunità mapuche che reclamano le loro terre usurpate.
UNA COSA E’ CERTA IL POPOLO MAPUCHE NON PIANGERA’ LA MORTE DI CARLO BENETTON, NE’ ORGANIZZERA’ CERIMONIE FUNEBRI IN SUO ONORE, MA CONTINUERA’ A LOTTARE PER AVERE LE TERRE CHE GLI APPARTENGONO E LA FAMIGLIA BENETTON CONTINUA A OCCUPARE.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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