Il Forum di San Paolo, giunto quest’anno alla ventiquattresima edizione, è una conferenza annuale dei partiti politici della sinistra e altre organizzazioni dell’America Latina e dei Caraibi. La fondazione di questo importante incontro annuale avvenne nel 1990 su impulso del leader rivoluzionario cubana Fidel Castro, in concerto con l’allora sindacalista e presidente del Partito dei Lavoratori brasiliano Luiz Inácio da Silva, meglio conosciuto come Lula.
Quest’anno è Cuba a ospitare l’importante conferenza. In questo XXIV Incontro del Forum di San Paolo viene rimarcato quanto sia importante la solidarietà internazionale per giungere alla liberazione di Lula. Attualmente detenuto in un carcere di Porto Alegre nonostante a suo carico non vi sia alcuna prova concreta rispetto alle accuse di corruzione avanzate dal giudice Sergio Moro. Anzi, un giudice ha accolto la richiesta di habeas corpus avanzata da alcuni deputati, ordinando la scarcerazione dell’ex presidente, ma con una manovra giudiziaria Lula è ancora incarcerato.
Secondo quanto spiegato all’agenzia Prensa Latina da Gleisi Hoffmann, presidente del Partido de los Trabajadores (PT) del Brasile, il sostegno di giuristi, intellettuali, artisti e movimenti progressisti a livello internazionale è fondamentale per reclamare con maggior vigore l’immediata scarcerazione dell’ex presidente. E permettere che possa così partecipare alle prossime elezioni presidenziali dove secondo tutti i sondaggi sarebbe rieletto con ampio margine contro tutti i suoi avversari.
In America Latina, fa notare Gleisi Hoffmann, è in atto una vera e propria persecuzione giudiziaria contro i leader progressisti. Oltre a Lula, basti pensare a quanto avviene nei confronti di Cristina Fernández de Kirchner in Argentina e Rafael Correa in Ecuador. Evidentemente le élite di questi paesi vogliono impedire il ritorno di determinate politiche pubbliche capaci di donare dignità e benessere alle classi più umili a detrimento di quella borghesia che invece aveva prosperato durante gli anni della tragica ‘larga noche neoliberal’.
La lettera di Lula
Dal carcere brasiliano dove è detenuto ingiustamente, e con lui le speranze del popolo brasiliano di riprendere in mano il proprio destino, Lula ha indirizzato una lettera ai partecipanti all’importante spazio di incontro per la sinistra latinoamericana che quest’anno si tiene a L’Avana.
«Apprezzo il sostegno e la solidarietà che avete dato alla mia persona, al mio partito PT e ad altri compagni perseguitati dalla destra in Brasile. Questa non riesce a convivere con la democrazia e con il sostegno dei media e la magistratura, vuole impedirci di tornare al governo per recuperare la dignità, la libertà e i diritti del popolo brasiliano.
Quando Fidel ed io, nel 1990, proponemmo che la sinistra latinoamericana e caraibica dovesse riunirsi per valutare i profondi cambiamenti che il mondo aveva subito in quel momento con l’ascesa del neoliberismo in economia e la politica, il crollo del socialismo nell’Europa orientale e la fine del bipolarismo del sistema internazionale, avevamo ben chiara l’importanza dell’iniziativa.
Quello che noi non prevedevamo era che il Forum di San Paolo potesse crescere come è poi cresciuto e riuscisse a rimanere il più importante forum per quanto riguarda l’America Latina e Caraibi, in relazione alla sinistra, lungo questi 28 anni.
Questo fatto straordinario ha contribuito affinché, all’inizio del XXI secolo, molti dei nostri paesi hanno attuato programmi per combattere la povertà, rafforzare la partecipazione popolare e l’integrazione dei nostri paesi.
Tuttavia, nonostante l’azione dei governi che cercavano di salvare i diritti della nostra popolazione, principalmente le classi più povere e vulnerabili, governando per tutti e generando opportunità per tutti, che hanno potuto beneficiare delle nostre politiche di sviluppo nazionali e regionali. Le nostre élite non tollerano la sinistra né tantomeno l’accesso delle persone escluse ai loro diritti minimi, come cibo, salute, istruzione e alloggio.
Forse abbiamo sottovalutato questa intolleranza e la volontà delle élite di affrontarci ad ogni costo e con ogni mezzo, compresi i colpi di Stato, come abbiamo assistito in Honduras, Paraguay e Brasile.
Ho sempre detto che se vogliono lottare con noi che lo facciano politicamente, si candidino e ci sconfiggano democraticamente. Perché non abbiamo paura di loro e sapremo come affrontarli e discutere con il popolo il futuro che vogliono: che si tratti di sviluppo sovrano con giustizia sociale o resa acquiescente e concentrazione del reddito.
Ripudiamo le sanzioni applicate contro il Venezuela e le minacce di intervento armato fatte dal presidente degli Stati Uniti, che purtroppo la destra del continente non condanna. Al contrario, in pratica sostiene il tentativo di escludere il Venezuela dagli organismi ai quali ha il diritto di partecipare, come l’OSA o il Mercosur.
Per non parlare della continuità del blocco criminale contro Cuba e del modo in cui l’imperialismo tratta Porto Rico e altre isole dei Caraibi.
Le difficoltà che affrontiamo oggi richiedono più che mai la presenza, le posizioni e le azioni del Forum di San Paolo. Allo stesso modo, la discussione sulla congiuntura, l’importanza delle proposte della sinistra per affrontare le difficoltà, allargando il dialogo con il popolo e la sua partecipazione alla ricerca di soluzioni nazionali e internazionali.
Un elemento essenziale che viene posto in questo momento è l’unità della sinistra nel confronto con le élite reazionarie, sottomesse e intolleranti dell’America Latina e con l’imperialismo.
La difesa dell’integrazione latinoamericana, non solo come retaggio delle idee progressiste di varie epoche, è più che mai necessaria come fattore di sviluppo e di confronto con la crisi economica. Dobbiamo resistere agli attacchi contro i diritti sociali e del lavoro che si verificano in molti dei nostri paesi.
I nostri partiti devono difendere una politica estera con punti comuni che privilegino la nostra sovranità nazionale e regionale, la riduzione dei conflitti e una visione umanista sulla questione dei migranti e dei rifugiati.
Quando abbiamo posto questo obiettivo, nessuno ha promesso che sarebbe stato facile, però abbiamo già dimostrato che possiamo vincere e attuare cambiamenti di grande importanza.
Tuttavia, un valore fondamentale che gli interessi economici e le élite cercano di ridurre e sottomettere è lo Stato democratico e di diritto. La nostra risposta deve essere il rafforzamento e il perfezionamento della democrazia, affinché la giustizia, la libertà e l’uguaglianza possano prosperare pienamente.
Vi auguro un buon incontro e voglio ribadire il mio disagio per essere qui impedito di presentare questo messaggio personalmente a causa della persecuzione politica a cui sono sottoposto a causa di una condanna assurda e kafkiana per un crimine che non esiste.
Vogliono impedirmi di partecipare alle elezioni di quest’anno, ma non mi metteranno mai a tacere o mi impediranno di lottare per i diritti dei brasiliani, dell’America Latina e dei Caraibi».
di Fabrizio Verde