Creare un’Unione dei mercati capitali, mantenendo però la responsabilità nazionale sulle finanze pubbliche: è questo l’obiettivo di otto paesi del Nord Europa, secondo quanto riporta il Financial Times. Il quotidiano britannico ha avuto modo di leggere un ‘non-paper’ presentato all’Ecofin del 13 luglio scorso da Paesi Bassi, Irlanda, Danimarca, Svezia, Finlandia e Baltici, per chiedere ai governi dell’Ue di progredire nella costruzione di un mercato dei capitali realmente integrato. I Paesi della cosiddetta ‘neo-lega anseatica’, termine usato dai diplomatici delle nazioni che ne fanno parte, hanno deciso di fare fronte comune per non finire schiacciati dall’asse franco-tedesco dopo la Brexit.
La linea è chiara: è necessario attenersi strettamente alle regole di bilancio e mantenere la responsabilità nazionale sulle finanze pubbliche. Un fronte opposto a quello del federalismo europeista, che fin qui avrebbe ottenuto il risultato di indebolire il progetto di riforma dell’eurozona del presidente francese Emmanuel Macron. I paesi riprendono un progetto lanciato nel 2016, che punta tra l’altro ad armonizzare le norme dell’Ue sulla bancarotta e a rimuovere gli ostacoli agli investimenti transfrontalieri.