Riceviamo e pubblichiamo

Ucraina: manifestazioni, scioperi e scontri in piazza contro la situazione sociale

Guidati dai minatori, pensionati, reduci della guerra in Afghanistan, familiari dell’Associazione vittime di Chernobyl, protestano davanti al Parlamento di Kiev

 

A cura di Enrico Vigna, 17 luglio 2018

Con una manifestazione di piazza guidata dai minatori, pensionati, reduci afgani e familiari delle vittime di Chernobyl sono scesi in piazza per protestare contro le misure economiche adottate dal governo ucraino, per annullare i provvedimenti che colpiscono in particolare l’industria del carbone, già in crisi profonda con la guerra nel Donbass, e contro le intenzioni delle autorità di chiudere numerose miniere, attualmente sono ancora circa 30.
Mikhail Volynets capo del Sindacato indipendente dei minatori ucraini, ha tenuto un comizio minacciando azioni sempre più dure se non verranno accettate le richieste dei lavoratori.

“…I minatori di tutta l’Ucraina sono venuti a Kiev, ci siamo riuniti qui davanti alle mura della Verkhovna Rada dell’Ucraina per denunciare la sempre più critica situazione che si è sviluppata nel settore del carbone statale. Il debito dell’industria statale dell’energiacomprendente il credito dei minatori delle miniere di carbone statali, è di 761,1 milioni di grivne ( circa 28,9 milioni di dollari, ndt)

I manifestanti con dei picchetti hanno bloccato tutti gli ingressi e le uscite del Parlamento ucraino per ottenere un incontro con esponenti governativi.
La polizia indossava giubbotti antiproiettile mentre il servizio d’ordine dei minatori conteneva la rabbia dei dimostranti, che intendevano attaccare il palazzo, ma alcuni scontri nei dintorni della Rada sono comunque avvenuti.

La vice presidente del parlamento, Irina Gerashchenko, è uscito per parlare coi manifestanti ma è stata subissata da fischi e ingiurie; per placare la folla ha promesso di  preparare un incontro di una rappresentanza dei dimostranti con esponenti della Verkhovna Rada.

” Tu parli e prometti, mentre qui i lavoratori e i cittadini sono gonfi di gas lacrimogeni … ci state avvelenando senza motivo. Fai uscire Paruby ( il presidente del parlamento) adesso … “, urlavano dalla piazza.

Il deputato Andrey Nemirovsky uscito per incontrare i manifestanti è dovuto rientrare nel palazzo, invitando Paruby a uscire perché il clima in piazza era infuocato.
I dimostranti hanno ribadito la richiesta di indirizzare 6 miliardi di grivna per lo sviluppo dell’industria mineraria, di abolire la monetizzazione delle prestazioni, aumentare l’importo delle indennità e saldare gli arretrati degli stipendi.

Il Ministero dell’Energia dell’Ucraina ha dichiarato che i minatori devono smettere con le proteste che hanno solo lo scopo di attirare l’attenzione sul problema degli stipendi in ritardo.

Dallo scorso anno a oggi, ci sono state numerose proteste e scioperi dei minatori, dai minatori della miniera Kapustin, che per alcuni giorni si erano rifiutati di risalire in superficie, chiedendo il pagamento dei salari arretrati. A quelli della miniera di “Novodruzhesk”. Nonostante incontri e promesse con il Ministro dell’Energia e dell’Industria del carbone dell’Ucraina Igor Nasalik, il problema è rimasto irrisolto.

 

Il 22 maggio c’è stata a Kiev una conferenza stampa di attivisti sindacali, dal titolo: “Lo sciopero seguendo le regole, che ha provocato la paralisi della rete ferroviaria Ucraina, Ukrzaliznytsia“.  Nelle relazioni tra cui quella del presidente del Sindacato Indipendente dei Minatori di Ucraina e della Confederazione dei Sindacati Liberi di Ucraina, Mikhail Volynets, si è fatto il punto sui risultati dello sciopero ferroviario ad oltranza che c’è stato in Ucraina, durato otto giorni.

Lo sciopero partito dal deposito della città di Kremenchug il 14 maggio scorso, ha man mano coinvolto nella protesta, macchinisti dei depositi locomotive in diverse parti del paese: Kiev, Poltava, Zaporozhye, Lvov, Krivoy Rog, Sinelnikovo, Mironovka, Korosten. La richiesta è stata di maggior sicurezza nelle condizioni di lavoro e aumenti salariali.

Nel KSPU ( Sindacato Indipendente) hanno optato per uno “sciopero italiano“, così viene definito il tipo di sciopero, quando i lavoratori assunti seguono scrupolosamente tutte le regole e le istruzioni di legge e contrattuali relative alle norme del lavoro. Questo rallenta in modo significativo il processo di produzione, e lo sciopero “italiano” nelle ferrovie ha provocato la paralisi del lavoro di molte aziende che dipendono in maniera basilare dalle comunicazioni ferroviarie.

 

Questo è esattamente quello che è successo in una delle più grandi imprese ucraine la PJSC “ArcelorMittal di Kryviy Rih”, la più grande azienda siderurgica ucraina. Dato che l’intero ciclo di produzione, dal ricevimento delle materie prime alla distribuzione all’esterno dei prodotti finiti, a seguito degli scioperi si è fermato, nell’impianto metallurgico si è creato un vero e proprio panico. Il giornale filogovernativo” Nuovo tempo” ha denunciato questo tipo di proteste: “…Già ora si può sostenere che gli scioperi dei lavoratori delle ferrovie, porteranno a conseguenze estremamente negative nel paese. Anche senza prendere in considerazione la minaccia grave di un disastro causato dagli scioperanti nelle grandi imprese metallurgiche del paese, l’azione dei lavoratori delle ferrovie ridurrà le entrate in valuta estera in Ucraina che interesseranno la grivna e l’intera economia… “, ha scritto con inquietudine per gli eventi accaduti.

Anche il presidente dell’Associazione degli industriali “Ukrmetallurgprom” Alexander Kalenkov, ha lanciato l’allarme: “…In soli quattro giorni non abbiamo potuto caricare 126 mila tonnellate di prodotti. Per un mese si può calcolare un danno di 85-90 milioni di dollari. In questi giorni abbiamo perso un terzo delle esportazioni di tutto il minerale di ferro dall’Ucraina. Circa il 20-25% del deficit del commercio estero dell’Ucraina, che ora è in rosso per 400 milioni dollari , si è lamentato con forte preoccupazione…”.

Ovviamente egli ha anche evidenziato che la protesta dei lavoratori sono nell’interesse del Cremlino: “…possiamo già dire che lo sciopero dei ferrovieri porterà a conseguenze estremamente negative … Se la situazione persisterà l’industria metallurgica semplicemente perderà i suoi mercati esteri, che si rivolgeranno, prima di tutto, alle società russe…”.
Il 21 maggio è stato annunciato la fine dello sciopero. I lavoratori hanno raggiunto alcuni degli obiettivi, il che ha consentito la ripresa della produzione nel cuore delle industrie.

Ma altri lavoratori associati alla Confederazione dei Sindacati Liberi dell’Ucraina continuano altre azioni di protesta, come ha detto Mikhail Volynets. Il KSPU sottolinea che le azioni e le richieste dei lavoratori sono assolutamente legali e intendono “italianizzarsi” fino alla piena soddisfazione delle loro richieste.

 

Gli scioperi sono comuni in Europa, ma non in Ucraina, dove il movimento sindacale negli ultimi anni è stato calpestato e criminalizzato, così come ogni protesta sociale repressa, accusandola di essere diretta dalla Russia. Invece questo nuovo tipo di protesta, lo “sciopero italiano”, ha incrinato la dura repressione mostrando la realtà della situazione sociale dei lavoratori e della popolazione.

Inoltre, questo tipo di sciopero è particolarmente indicato da organizzare nelle piccole e più deboli realtà, quando le norme del diritto del lavoro prescritte ufficialmente non sono quasi mai osservate nel concreto del processo di produzione. Non sorprende che la classe dirigente dell’Ucraina cerca di screditare gli scioperi attraverso i media locali tutti controllati, mentre intimidisce i sindacalisti e i lavoratori minacciando rappresaglie, richiedendo agli scioperanti certificazioni particolari, sospensioni e altre sanzioni.

La ripresa e la presenza di organizzazioni di massa dei lavoratori organizzati, è un presupposto imprescindibile per la ripresa sociale, economica e politica del paese.

Sindacati attivi e legati ai lavoratori, potranno non solo arginare gli aumenti vertiginosi di prezzi, servizi e tariffe, ma anche impedire la distruzione delle imprese che sono state liquidate o smantellate in seguito ai risultati di Euromaidan.

Potrebbero ridare una speranza nel futuro a milioni di onesti cittadini ucraini, lavoratori, giovani, pensionati, attraverso il raggiungimento di un livello normale di vita, riconquistando servizi sociali e salari più alti, che ora sono al livello di indigenza, ma anche una resistenza popolare a questi governi golpisti e illegali.

Dopo il golpe di “Euromaidan” e tutto ciò che ne è conseguito,  questo paese potrà trovare una via di ripresa e di sviluppo solo quando i diritti e gli interessi deli lavoratori e della gente comune, saranno non più calpestati ma rispettati. Forse allora anche scenari di pace relativi al conflitto nel Donbass potranno essere all’orizzonte.

 

 

Chissà che questa esperienza di lotta dei ferrovieri ucraini, utilizzando lo “sciopero italiano“,  contribuisca a sperare, che un giorno tutto questo, sarà possibile in Ucraina…almeno di questo, nel nostro paese potremmo essere orgogliosi…

 

Fonti: RIA Novosti. Volyntsa.  Nabat TV

A cura di Enrico Vigna SOS Ucraina resistente/civg

Di AFV

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