BENETTON, TOSCANI, SAN FRANCESCO E IL POPOLO MAPUCHE.

Francesco Cecchini

POPOLO MAPUCHE

Se per &sviluppo sostenibile& si intende un percorso di crescita economica attento e rispettoso delle culture originarie, dell’ambiente in cui si attiva e in generale del tessuto politico, sociale e culturale preesistente, quello proposto dalla Benetton non lo è. Nella sua propagazione dal Veneto all’estremo sud del mondo, lo sviluppo Benetton si è dimostrato quasi sempre &insostenibile&. Ciò che emerge è la vera filosofia su cui è costruito tutto il suo impianto pubblicitario e mediatico. Dietro alla tenda dipinta con i colori dell’arcobaleno ci sono, infetti, storie di sfruttamento, violazione dei diritti umani, minacce e ricatti, povertà e corruzione, situazioni alla cui attenuazione l’azienda di Ponzano dice continuamente di voler contribuire, smentendosi poi con il clamore mediatico dei microcrediti africani, in realtà vere e proprie mance a fronte delle vendite planetarie di qualche altro milione di magliette.

Da una presentazione di UNITED BUSINESS OF BENETTON, Sviluppo insostenibile dal Veneto alla Patagonia, di Pericle Camuffo. Il lavoro è del 2008, è ancora valido, andrebbe aggiornato e ripubblicato.

&NUDI COME SAN FRANCESCO&, il nuovo spot di Toscani per Benetton cita il poverello di Assisi. “NUDI COME& è il titolo della nuova campagna Benetton firmata da Oliviero Toscani. La foto, in armonia con stile comunicativo dell’azienda, vede protagonisti 9 ragazzi e ragazze, nudi, di diversa etnia, stretti in un abbraccio. Alla foto si aggiunge un video di 3 minuti.  Il testo inizia citando il Santo di Assisi e i primi versi del Cantico delle creature.: Nudi come San Francesco che si spogliò degli abiti e delle ricchezze del demonio, e nudi come tutte le creature del suo Cantico delle Creature:  Laudato sii mi signore per sora nostra madre terra.. La campagna punta la lente sull’attualità, contro il razzismo, le guerre e i conflitti, sostenendo i valori della libertà, dell’ugaglianza, della con-fusione. “Contro le guerre civili, contro le mafie e le violenze urbane dell’identità, contro i feroci conflitti etnici, contro le guerre di faglia e di religione, contro il terrorismo e contro tutti i razzismi risorgenti c’è la gioiosa con-fusione come valore, il Cantico delle Creature che avvicina al cielo e sottomette il mondo.”

In un’intervista rilasciata al quotidiano La Tribuna di Treviso del 3 agosto , alla domanda:& Qual’è il valore della sua fotografia ?& Oliviero Toscani ha risposto: &Voglio rimarcare il fatto che il razzismo che si sta manifestando in questi mesi è una battaglia che finirà con la vittoria dell’integrazione.&

Chissà se  Oliviero Toscani e Luciano Benetton stiano pensando anche al popolo Mapuche e guardino a questo popolo con spirito francescano.Vi saranno nella campagna pubblicitaria anche foto di giovani  mapuche della Patagonia argentina?   A questo punto Luciano Benetton, oltre a rimettere in piedi il disastrato gruppo, penserà anche di restituire le terre che occupa in Patagonia al legittimo e storico proprietario, il popolo Mapuche o continuerà a occuparle?

Attraverso la holding internazionale del gruppo Benetton, Edizione srl, sono stati acquistati per 50 milioni di dollari i quasi 900.000 ettari situati al 98% nelle province di Santa Cruz, Chubut, Río Negro, Neuquén e Buenos Aires, dove principalmente si è dedicato a produzione di lana. Ora ha anche che nuovo mercato da sfruttare, quello petrolifero,  un giacimento petrolifero a Vaca Muerta, sempre territorio Mapuche.  Solo nelle terre argentine di sua proprietà Luciano Benetton ha 280.000 pecore che producono 1.300.000 chili di lana all’anno. Lo sfruttamento minerario, depositi situati nella provincia di San Juan, è stato incorporato attraverso il Min Sud (Minera Sud Argentina S.A.) con sede in Canada.

Indico i link con tre precedenti articoli pubblicati da Ancora Fischia il Vento sul tema.

SANTIAGO MALDONADO, BENETTON E LA NAZIONE MAPUCHE.

Qui

Luciano Benetton e il popolo Mapuche.

Qui

CARLO BENETTON E IL POPOLO MAPUCHE.

Qui

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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