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La Corte d’ Appello di Firenze ribalta la versione di Consob sul crac Banca Etruria, e annulla le sanzioni che l’ autorità di mercato inflisse a cinque tra amministratori e sindaci del gruppo saltato a fine 2015. Il caso riguarda 444mila euro, frazione dei 2,8 milioni di multa deliberati dalla Commissione in una seduta del luglio 2017 per tre diversi sanzionati. Ma quello che più conta della sentenza è che la tesi sostenuta dall’organo di controllo a proposito del ritardo nella conoscenza dei tre documenti firmati Banca d’ Italia a suo dire centrali per provare lo stato di crisi dell’ ex popolare è falsa. La sentenza invece stabilisce che « quando Consob autorizzò la pubblicazione del prospetto informativo sull’ aumento di capitale (del giugno 2013 e da 100 milioni, ndr) era pienamente consapevole dello stato di difficoltà in cui versava Banca Etruria» , perché due dei tre resoconti erano stati trasmessi. E con altre carte «ben più pregnanti e significative, tali da dover costituire il presupposto per le verifiche di sua competenza», recita il dispositivo. Lo smacco è maggiore per il fatto che i dirigenti Consob a fine 2017 tennero il punto, in una sfida a colpi di fioretto con Banca d’ Italia su chi avesse più responsabilità per i controlli poco efficaci sulle banche.