Di Ramzy Baroud
Domenica 12 agosto, le notizie da Gaza erano angoscianti. Il Ministro della Sanità ha annunciato che non sarebbe stato più in grado di curare i malati di cancro nella Striscia assediata da Israele.
“Ai pazienti con un cancro del colon e dei polmoni, così come a quelli con un linfoma non si può fornire ora la necessaria terapia,” ha detto il Dottor Mohammed Abu Silmiya, direttore dell’Ospedale Pediatrico Abdulaziz Al-Rantisi.
Israele è sostanzialmente responsabile dell’assedio di Gaza che si è prolungato per più di 11 anni. Con l’appoggio diretto degli Stati Uniti, Israele ha dato inizio a tre guerre rilevanti contro Gaza nel nome della lotta al terrorismo, distruggendo gran parte delle infrastrutture della piccola regione. Un assedio ermetico ha punito i Gazani comuni che ora mancano di tutto, comprese l’acqua potabile e l’elettricità, elementi di necessità fondamentale.
Ora, perfino la chemioterapia non è più disponibile.
La guerra contro i Palestinesi, è stata, però, un’iniziativa congiunta fin dall’inizio. Gli Stati Uniti sono stati dalla parte di Israele per molti anni, e, recentemente, hanno orchestrato la rovina di Gaza.
Washington ha fatto tutto ciò che era in suo potere per isolare la Striscia oramai impoverita. Ha messo in guardia il Presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas, fondatore del Partito al-Fatah, riguardo alla sua riconciliazione con i suoi rivali di Hamas. Ha alimentato e sostenuto la guerra israeliana e l’assedio a Gaza. Ha appoggiato politicamente Israele circa qualsiasi piattaforma disponibile per proteggere Israele riguardo ai suoi crimini di guerra nella Striscia e in tutti i Territori Palestinesi Occupati.
Per molti anni gli Stati Uniti hanno agito come paese mediatore di pace. Anche se l’azione americana non è riuscita a impressionare positivamente i Palestinesi, ha perpetuato l’illusione che nelle menti degli alleati degli Stati Uniti che le amministrazioni americane sono forze tese al bene, che stanno a una distanza uguale tra i due partiti in un ‘conflitto’ imparziale.
L’avvento di Donald Trump alla Casa Bianca ha posto fine alla farsa.
Mentre la nuova amministrazione ha sfidato senza vergogna la legge internazionale spostando l’Ambasciata degli Stati Uniti da Tel Aviv a Gerusalemme, ha preso anche una serie di misure per punire dal punto di vista finanziario gli organismi internazionali che hanno esteso ai Palestinesi il riconoscimento, l’appoggio politico o qualsiasi tipo di aiuto. Nel corso di pochi mesi, gli Stati Uniti hanno lasciato l’Agenzia culturale delle Nazioni Unite, cioè l’UNESCO, si sono ritirati dal Consiglio dell’ONU per i Diritti Umani, e hanno tagliato gli aiuti all’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA).
UNRWA.
L’attacco alle organizzazioni dell’ONU è stato condotto dall’Ambasciatrice degli Stati Uniti all’ONU, Nikki Haley, che ha svolto un ruolo centrale nel nuovo discorso anti-palestinese.
Non è, però da sola. In un articolo per la CNN, la Haley, insieme all’ambasciatore degli Stati Uniti a Israele, David Friedman, a Jared Kushner, consigliere speciale del Presidente, e Jason Greenblant, rappresentante degli Stati Uniti per i negoziati internazionali, hanno articolato un punto di vista americano che è come un libro di testo di narrativa sionista israeliana.
Hanno dato tutta la colpa ai Palestinesi e non hanno incolpato Israele di nessun reato. “Purtroppo,” hanno scritto, “la malefica attività di Hamas sta spingendo Israele a impegnarsi in azioni sempre più significative di auto-difesa. Come nel caso di passati conflitti, Hamas dà inizio a uno scontro, perde la battaglia e la gente soffre. Questa è la realtà che è necessario cambiare.”
Questo è accaduto il 23 luglio. Il giorno dopo, la Haley, usando un linguaggio contorto, ha rimproverato gli Arabi per avere deluso la Palestina e i Palestinesi. In un intervento di 8 minuti all’ONU, la Haley ha parlato come se fosse un’attivista favorevole alla Palestina, tormentandosi per le perdite e la sofferenza dei Palestinesi.
“Un paese dopo l’altro dichiara la propria solidarietà con i Palestinesi… E’ facile parlare. Nessun gruppo di paesi è più generoso di parola che i vicini arabi dei Palestinesi,” ha detto.
Si è rammaricata: “Ma tutte le parole dette qui a New York non nutrono, vestono o istruiscono un solo bambino palestinese. Servono soltanto a fare irritare la comunità internazionale.”
Benvenuti nell’America della ‘post-verità’.
Mentre ci si aspetta, anzi si richiede agli Arabi di essere solidali con i loro fratelli palestinesi, la ragione principale della sottomissione dei Palestinesi è il prolungato appoggio degli Stati Uniti a Israele.
Fin dal 1999, gli Stati Uniti hanno appoggiato Israele durante i Memorandum d’intesa durati 10 anni. Secondo questi accordi, il sostegno a Israele non richiede l’approvazione del Senato e, malgrado l’aiuto massiccio, non include ancora il finanziamento della difesa missilistica.
L’ultimo presidente che ha firmato un impegno per un decennio di finanziare Israele, che è stabilito duri dal 2019 al 2028, è stato il Presidente Barack Obama che ha fornito a Israele più denaro di qualsiasi altro presidente nella storia degli Stati Uniti.
Secondo il Servizio di Ricerca del Congresso statunitense dell’aprile 2018, “Israele è il maggiore destinatario cumulativo dell’assistenza statunitense a paesi stranieri fin dalla II Guerra mondiale.” Questo significa che, finora, “gli Stati Uniti hanno fornito a Israele 134,7 miliardi di dollari in assistenza bilaterale e in finanziamenti per la difesa missilistica.”
La maggior parte di quella difesa militare è stata usata per combattere i Palestinesi e i loro vicini arabi, per sostenere l’Occupazione militare israeliana della Palestina e per rafforzare il blocco israeliano di Gaza. Secondo la Haley, rimproverare gli Arabi perché non fanno abbastanza per aiutare i Palestinesi, è semplicemente ipocrita.
Per quanto dannoso sia stato l’appoggio militare statunitense a Israele e la manipolazione dell’aiuto relativamente limitato ai Palestinesi, l’interferenza statunitense negli affari politici palestinesi è stata ugualmente distruttiva.
La spudorata interferenza americana nella politica palestinese è giustapposta con completa insubordinazione al governo israeliano, indipendentemente dal fatto che Tel Aviv si è spostata bruscamente a destra e che sta sempre più facendo rivendicazioni per la vera democrazia.
Considerando che nei mesi recenti le posizioni anti-palestinesi e pro-Israele, degli Stati Uniti si sono accentuate, difficilmente ci si commuove per la falsa compassione della Haley verso Gaza e i Palestinesi.
Soltanto poche settimane prima che aveva criticato la mancanza di appoggio arabo, aveva fatto una predica riguardo alla comunità internazionale circa l’approccio generoso a quella che considerava violenza da parte palestinese.
“Nessun paese in questa camera agirebbe con maggior moderazione di quella usata da Israele,” ha detto il 15 maggio, poco dopo che molti ambasciatori all’ONU erano stati in piedi per un minuto di silenzio per piangere i 60 Palestinesi che erano stati uccisi mentre protestavano pacificamente contro l’assedio alla recinzione che separa Gaza da Israele.
I singolari attacchi della Haley contro i governi arabi che non sono di sostegno, sono destinati a distrarre dal ruolo degli Stati Uniti che ha incoraggiato Israele e che ha tenuto per troppo tempo i Palestinesi prigionieri dell’occupazione militare e di un assedio disumano.
Nella foto: donne palestinesi malate di cancro protestano per ottenere di andare a Gaza per farsi curare.
Ramzy Baroud è un giornalista, scrittore ed è direttore di Palestine Chronicle. Il suo prossimo libro è: ‘The Last Earth: A Palestinian Story’ (Pluto Press, London). Baroud ha un dottorato in Studi Palestinesi dell’Università di Exeter ed è Studioso Non Residente presso il Centro Orfalea per gli Studi Globali e Internazionali all’Università della California, sede di Santa Barbara. Il sui suo sito web è: www.ramzybaroud.net.
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/gaza-without-cancer-medicine
Originale: non indicato
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2018 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0