«Contestiamo da sempre le politiche del Pd come il Jobs act: non possiamo riconoscerci in categorie usurate». Dialogo con la portavoce del movimento nato nei centri sociali

di Francesca Sironi
Noi di Potere al Popolo non siamo di sinistra: siamo comunisti: parla Viola Carofalo
Viola Carofalo

Sul braccio ha tatuato un verso in greco antico: «Preferirei cento volte combattere che partorire una sola», recita Medea nella tragedia di Euripide, parlando dell’ingiustizia della condizione femminile – donne in casa, uomini liberi di scoprire il mondo.

Femminista, 37 anni, ricercatrice all’Orientale di Napoli (ultima pubblicazione: “Frantz Fanon – dalla liberazione dei popoli alla liberazione dell’Uomo”) Viola Carofalo è la portavoce di “Potere al Popolo”. Quando finiamo di parlare insiste perché il nuovo soggetto politico non venga chiamato partito, «è un movimento. E io di tessere non ne ho avute mai», anche se fa politica da quand’era alle medie, prima nei collettivi, poi con i centri sociali, fino all’ex Opg occupato di Napoli.

Va bene, non partito. Forza elettorale resta. Come è stato il salto dalle occupazioni alla caccia ai voti?
«Io non votavo. Ho votato alle amministrative, ai Referendum, mai alle Politiche. Però quando scendevo in piazza a 18 anni contro la guerra, ci facevamo sentire anche nel Palazzo. Oggi a chi lo gridi, il dissenso? A chi arriva la spinta dall’esterno dentro le istituzioni? Ci siamo resi conto che non potevamo più accontentarci di rimanere fra di noi. Per questo abbiamo scelto di candidarci».

Continua…

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

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