‘Don Puglisi è stato un sacerdote esemplare, dedito specialmente alla pastorale giovanile. Educando i ragazzi secondo il Vangelo vissuto li sottraeva alla malavita e così questa ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo. In realtà però è lui che ha vinto con Cristo risorto’, Papa Francesco
Il 15 settembre del 1993, giorno del suo 56° compleanno, Don Pino Puglisi intorno alle 22,45 era appena sceso dalla sua Fiat Uno bianca e si stava avvicinando al portone di casa quando qualcuno lo chiamò, lui si voltò, sorrise ai suoi assassini e disse: ‘Me l’aspettavo’, subito dopo Salvatore Grigoli, killer della mafia gli sparò un colpo alla nuca.
Un uomo di fede se ne andato così, senza nessun timore verso chi, accecato dall’odio, ha sparato senza esitazione. Don Pino era un uomo mite ed è morto per la sua testardaggine nel credere che un’altra Sicilia è possibile e che l’amore e la giustizia prima o poi trionferanno. Un ‘Santo’ che forse i siciliani non meritano di avere.
Mandanti dell’omicidio furono i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano, condannati all’ergastolo insieme agli altri componenti del commando, cioè Gaspare Spatuzza, Nino Mangano, Cosimo Lo Nigro e Luigi Giacalone.
Il 26 agosto del 2015 Don Pino è stato insignito della medaglia d’oro al valor civile alla memoria con la seguente motivazione: ‘Per l’impegno di educatore delle coscienze, in particolare delle giovani generazioni, nell’affermare la profonda coerenza tra i valori evangelici e quelli civili di legalità e giustizia, in un percorso di testimonianza per la dignità e la promozione dell’uomo. Sacrificava la propria vita senza piegarsi alle pressioni della criminalità organizzata. Mirabile esempio di straordinaria dedizione al servizio della Chiesa e della società civile, spinta fino all’estremo sacrificio. 15 settembre 1993 – Palermo’.
Fonte wikipedia.org