Il fronte dei Sindaci ribelli sulla “legge sicurezza”, vero e proprio provvedimento simbolo della Lega e di Matteo Salvini, azionista di maggioranza de facto del governo giallo-verde, lo ha lanciato ieri il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, annunciando che aveva dato ordine di sospendere il decreto sicurezza nella sua città. di Adriano Manna La risposta del Ministro Matteo Salvini non si è fatta attendere: “Ne risponderanno davanti alla legge”. Il problema, tutto politico perché sotto il punto di vista giuridico i sindaci hanno ben pochi strumenti nelle loro mani per opporsi ad una legge dello stato, è che il fronte dei ribelli si è allargato a macchia d’olio in tutto il paese nel giro di poche ore, trovando l’adesione di tanti sindaci di sinistra in tutta Italia (in primis il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, ma anche il renzianissimo Nardella, primo cittadino di Firenze) oltre che l’appoggio inatteso di esponenti che dalla sinistra non provengono, soprattutto in Sicilia. Del tutto inattesa è arrivata infatti la solidarietà del grillino Ugo Forello, che nel 2017 fu candidato alla guida del Comune di Palermo, per M5S, proprio contro Orlando: “Tante cose mi dividono da Leoluca ma in questo caso, fossi stato sindaco, mi sarei comportato assolutamente come lui. Il decreto sicurezza ha diversi profili incostituzionali e, nello specifico, la norma che impedisce l’iscrizione all’anagrafe ai migranti con il permesso di soggiorno in scadenza – sostiene Forello – crea un’inqualificabile divisione fra cittadini di serie A e di serie B”. Micciché, uomo forte di Forza Italia in Sicilia, ha commentato così i fatti di ieri: “Le leggi vanno applicate? Purtroppo furono applicate anche le leggi razziali. State sicuri che, se sulla Diciotti ci fossero stati centinaia di svedesi e non neri, Salvini non avrebbe chiuso il porto di Catania…”.

A mettere ancor più in imbarazzo Matteo Salvini è il precedente sulla “disobbedienza civile” che proprio lui inaugurò quando era all’opposizione del governo PD da segretario del Carroccio, invitando pubblicamente tutti i sindaci della Lega a non ottemperare alla legge sulle unioni civili appena approvata in Parlamento (vedi immagine qui sotto). Intanto il sindaco Leoluca Orlando chiarisce come intende procedere: “Ho dato incarico al capo ufficio legale del Comune di adire davanti al giudice civile per sottoporre la questione del decreto Salvini. Io vado davanti al giudice civile – spiega Orlando – perché siccome non posso andare direttamente alla Corte costituzionale, mi rivolgo direttamente al giudice civile. Un sindaco cosa fa? Solleva la questione in un processo e, quindi, io andrò davanti al giudice dei diritti della sezione civile e chiederò un’azione sulla conformità della norma”.

http://www.sinistraineuropa.it/italia/quando-era-salvini-a-invitare-i-sindaci-a-disobbedire/

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

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